La busta paga

Nuove aliquote e scaglioni Irpef: come leggerli in busta paga

La busta paga, con il suo aspetto denso di sigle e numeri, non è certo un documento che invita a una lettura approfondita. Spesso ci limitiamo a guardare l’ultima cifra, il “netto”, trascurando tutto ciò che lo precede e che rimane per molti incomprensibile. Tuttavia, proprio quei numeri meritano la nostra attenzione: racchiudono aspetti fondamentali come il fisco, la previdenza, i contratti e il diritto del lavoro. Comprendere a fondo un documento così complesso come la busta paga, sia in formato cartaceo che digitale, non è semplice. Ricostruire i passaggi dal lordo al netto richiede un’analisi accurata e quest’anno sono state introdotte alcune novità che è bene conoscere riguardanti le aliquote e gli scaglioni Irpef.

 

 

Busta paga le novità 2024

 

Tra le più importanti novità 2024 che influenzano il mondo del lavoro sul fronte previdenziale e fiscale spiccano le nuove aliquote e gli scaglioni Irpef introdotti dalla recente riforma fiscale, visibili dall’inizio dell’anno sul cedolino.
Le buste paga da gennaio 2024 hanno visto infatti l’applicazione della modifica degli scaglioni Irpef, che da quest’anno diventano tre: il 23% fino a 28mila euro, 35% tra 28 e 50mila euro e 43% oltre 50mila euro di reddito.

 

Scaglioni Irpef: cosa sono

 

Gli scaglioni Irpef determinano la percentuale di tasse che deve essere pagata sul reddito dichiarato. In Italia, il sistema Irpef (acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche) è progressivo, il che significa che l’aliquota aumenta al crescere del reddito. In sintesi: chi ha uno stipendio più alto pagherà più tasse sul reddito rispetto a un lavoratore con uno stipendio più basso.

Esiste anche una no-tax area, che rappresenta una soglia di reddito al di sotto della quale non si è soggetti all’Irpef grazie a un meccanismo di detrazioni, la cui soglia è fino a 8.500€.

 

Le addizionali Irpef

 

All’Irpef si aggiungono le addizionali Irpef, che sono percentuali fissate dagli enti locali. La misura di queste addizionali varia da ente a ente, ma generalmente non supera il 3,3% per le Regioni e lo 0,8% per i Comuni

 

Fringe benefit e reddito Irpef

 

I fringe benefit e i bonus che non rientrano nelle soglie di esenzione previste dalla legge concorrono alla formazione del reddito Irpef. Nel 2024 il limite dei fringe benefit esentasse è di 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e 1.000 euro per tutti gli altri lavoratori dipendenti. Tra questi troviamo l’alloggio di servizio, l’auto e il telefono, a cui da quest’anno si aggiungono le spese per le utenze domestiche (acqua, luce e gas), per l’affitto e gli interessi del mutuo sulla prima casa.

 

Aliquote e taglio del cuneo fiscale

 

Inoltre, per il 2024 è stato deciso il taglio del cuneo fiscale: i lavoratori dipendenti che hanno imponibili contributivi fino a 25.000 euro hanno uno sconto dei contributi del 7%; chi ha un imponibile contributivo compreso tra 25.001 e 35.000 euro ha uno sconto dei contributi del 6%.

La retribuzione imponibile (RAL) è calcolata su base mensile e su tredici mensilità, mentre è importante notare che nel 2024 la tredicesima mensilità non beneficia dello sconto contributivo.

 

Irpef e aliquote: dove sono in busta paga

 

La busta paga è il documento che riassume gli elementi che vanno a comporre la retribuzione di un lavoratore dipendente. Aprendo la busta paga, di solito si guarda solo la cifra in fondo a destra: la retribuzione netta effettivamente percepita dal lavoratore.

Ma leggendo attentamente le altre voci, si troveranno anche le informazioni sulle trattenute. Le più importanti sono proprio quelle previdenziali (come il contributo IVS di cui abbiamo parlato in questo articolo) e quelle fiscali: il datore di lavoro le trattiene, appunto, dalla busta paga e poi le versa agli enti competenti. Di solito tutte queste informazioni si trovano nella parte bassa della busta paga, dove vengono riassunti i dati progressivi sull’imponibile Inps, Inail e Irpef, oltre a quanto maturato come TFR (Trattamento di fine rapporto).

 

Irpef imponibile e netta: come si calcola

 

Sottraendo dalla retribuzione lorda (totale competenze) i contributi previdenziali, si ottiene l’imponibile Irpef. L’Irpef netta dovuta dal contribuente è determinata sottraendo dall’imposta lorda le detrazioni previste dalla normativa.

Quindi, il calcolo dell’Irpef lorda viene effettuato applicando le aliquote sugli scaglioni mensili previsti dalla normativa, con eventuale aggiunta di addizionali regionali e/o comunali. A questo si aggiungono eventuali detrazioni spettanti al lavoratore (per esempio, gli assegni per il nucleo familiare erogati dall’Inps, le detrazione per il coniuge, i figli o altri familiari a carico). Da questo calcolo, si ottiene l’Irpef netta che risulterà inserita nel cedolino.

 

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