Il senso di responsabilità è una delle prime caratteristiche che vengono ricercate in un candidato durante i colloqui di lavoro e chi lo mostra appare sicuramente più credibile, affidabile e attraente sul mercato del lavoro.
Allo stesso tempo le persone che mostrano senso di responsabilità di solito non hanno la “mentalità del compitino”, vale a dire del “faccio questa cosa perché la devo fare” o del “far cadere la penna” a fine orario di lavoro.
Senso di responsabilità significa rispondere delle conseguenze e degli effetti delle proprie azioni o non azioni. Quindi rispondere prima di tutto a se stessi e poi a tutte le altre persone che hanno un interesse e un’aspettativa nei tuoi confronti su un determinato risultato da ottenere. In azienda queste persone sono i tuoi clienti esterni e interni, i tuoi fornitori interni ed esterni e tutti gli stakeholder dell’azienda.
Ecco tre cose da fare:
- Avere consapevolezza.
Quando si prende un impegno, come ad esempio firmare una lettera di assunzione in azienda, si crea tutta una serie di aspettative nei propri confronti rispetto ai risultati da ottenere e alle attività da svolgere.
È importante essere consapevoli di questo e consapevoli degli effetti e delle conseguenze che possono produrre la quantità e la qualità delle proprie azioni nei confronti di queste persone e del loro lavoro. Un’attività svolta in ritardo, ad esempio, può generare problemi a un collega o al cliente e di conseguenza al business della tua azienda. - Rispondere prima di tutto a se stessi.
Quando si prende un impegno lo si assume innanzitutto nei confronti di se stessi. Rispettare quindi l’impegno è prima di tutto una forma di rispetto non solo nei confronti delle persone interessate al risultato prodotto ma verso se stessi.
Inoltre mantenere gli impegni e mostrare quindi senso di responsabilità aiuta a nutrire la propria autostima, fondamentale per poter agire con autorevolezza. - Sentire una corresponsabilità nei confronti di un risultato più grande.
La persona che prende un impegno e sente forte la capacità di rispondere soltanto delle sue azioni e delle conseguenze e degli effetti delle sue azioni, rischia di cadere nella “mentalità del compitino”.
In azienda, infatti, ogni risultato che dobbiamo ottenere si inserisce all’interno di un risultato più grande: quello del team, quello della direzione aziendale cui appartengo, fino al risultato aziendale.
Sentirsi un po’ responsabile del risultato comune fa sì che non mi limiti a svolgere soltanto il mio compito ma a guardare oltre e contribuire con senso di responsabilità. In sintesi, io posso aver fatto il mio dovere con impegno e dedizione, ma se non mi pongo nell’ottica di rispondere di come le mie azioni contribuiscono a realizzare qualcosa di collettivo rispetto al mio obiettivo individuale rischio di fermarmi all’aver svolto bene il mio “compitino”.
In collaborazione con Antonio Messina, Presidente ed Executive Trainer & Consultant – Hara Risorse Umane
Ottima guida. Un osservazione: ultimamente ho fatto alcuni colloqui in molti casi ho affrontato il colloquio con del personale appena assunto e molto probabilmente da non molto laureato con molta sincerità non l’ho trovato corretto.
Concordo pienamente con i tre punti, il senso di appartenenza, il rispetto del lavoro degli altri verso il tuo e viceversa sono dei must che tutti devono applicare
Buongiorno Massimo, grazie per i tuoi commenti.
Molto utile per avere delle linee guida per affrontare un colloquio di lavoro.
Tatjana
Grazie Tatjana, il vostro contributo è fondamentale. Se avete degli argomenti che vi stanno a cuore e che volete approfondire, potete scriverlo qui. Saremo lieti di trattarli nei prossimi articoli. Buona giornata
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