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Soddisfazione sulle retribuzioni in Italia 2025: il voto è 4

Nonostante alcuni segnali positivi, il panorama retributivo in Italia continua a mostrare ampie zone d’ombra. L’Osservatorio JobPricing, in collaborazione con InfoJobs, ha pubblicato la decima edizione del report Salary Satisfaction, una fotografia sul livello di soddisfazione degli italiani nei confronti della propria busta paga. Il verdetto? Ancora negativo. Il punteggio medio dell’indice di soddisfazione si ferma a 4,2 su 10, ben lontano dalla sufficienza.

Questi dati arrivano in un momento in cui l’Organizzazione mondiale del lavoro ha appena dichiarato che l’Italia è il Paese europeo in cui i salari sono cresciuti di meno rispetto all’inflazione. È vero che negli ultimi mesi c’è stato un lieve miglioramento delle retribuzioni, con un’inflazione in rallentamento che ha concesso un piccolo respiro al potere d’acquisto, come confermato anche dall’Istat. Ma per la maggior parte dei lavoratori italiani, il recupero è ancora troppo limitato per fare davvero la differenza.

 

Cresce l’insoddisfazione, soprattutto tra le donne

Secondo il report, oltre il 60% dei lavoratori esprime un giudizio negativo sul proprio pacchetto retributivo. Solo il 4,1% si dichiara molto soddisfatto. Nonostante l’indice generale sia cresciuto – dal 3,8 del 2022 al 4,0 del 2023, fino all’attuale 4,2 – resta evidente che la percezione generale sul tema delle retribuzioni è ancora lontana dal raggiungere livelli accettabili.

Un aspetto particolarmente critico riguarda le differenze di genere. Le donne risultano essere più insoddisfatte rispetto agli uomini: il punteggio medio si abbassa a 3,6 contro il 4,5 espresso dai lavoratori uomini. Un dato che mette nuovamente sotto i riflettori il gender pay gap, tema su cui la normativa europea si sta preparando ad intervenire in modo incisivo.

 

Meritocrazia e trasparenza: i voti più bassi

Uno degli elementi più frustranti per i lavoratori italiani è la percezione di un sistema retributivo poco meritocratico e opaco. Le tre voci che ricevono i punteggi più bassi nella “pagella alla busta paga” sono:

Meritocrazia: 3,4

Fiducia e comprensione: 3,6

Performance e retribuzione: 4,0

In altre parole, chi lavora sente di non essere adeguatamente premiato per l’impegno e i risultati raggiunti. A mancare è una cultura della valorizzazione del talento e della trasparenza, che invece potrebbe incidere positivamente sulla motivazione e sulla produttività.

 

Verso una nuova normativa sulla trasparenza salariale

Alla luce di questi risultati, assume particolare rilievo la direttiva europea sulla trasparenza retributiva, che l’Italia dovrà recepire entro giugno 2026. Il provvedimento obbligherà le aziende a:

  • – Monitorare e ridurre i differenziali retributivi di genere;
  • – Pubblicare in modo trasparente i livelli retributivi negli annunci di lavoro;
  • – Introdurre sistemi retributivi basati sul principio del “ruolo di pari valore”.

Obiettivi ambiziosi, ma fondamentali per costruire un mercato del lavoro più equo, in cui retribuzione e competenze siano finalmente allineate.

 

Un quadro in evoluzione: luci e ombre del welfare aziendale

Se da un lato il giudizio sulle retribuzioni resta negativo, dall’altro si intravede una tendenza positiva nella diffusione di pacchetti retributivi più articolati, che includono forme di welfare aziendale, premi variabili e benefit. Elementi che contribuiscono, se ben progettati, a migliorare la percezione complessiva del valore ricevuto dal proprio lavoro.

In particolare, le aziende che investono su flessibilità, benessere e work-life balance ottengono punteggi migliori nei report di soddisfazione. Un segnale che dimostra come l’aspetto economico, pur centrale, non sia l’unico fattore in gioco. Insomma, non è solo una questione di soldi. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, le imprese che sapranno offrire un’esperienza lavorativa completa e sostenibile avranno una marcia in più nell’attrarre e trattenere i talenti.

 

Cosa significa tutto questo per chi cerca lavoro

Per chi è in cerca di nuove opportunità lavorative, i dati dell’Osservatorio JobPricing e InfoJobs rappresentano una bussola importante. Non solo per orientarsi nelle trattative salariali, ma anche per valutare la cultura aziendale, il livello di trasparenza e le politiche interne di valorizzazione delle persone.

In un contesto ancora caratterizzato da forti squilibri e da una lenta ripresa del potere d’acquisto, restare aggiornati sul tema delle retribuzioni e sviluppare una consapevolezza contrattuale diventa essenziale. Allo stesso tempo, può essere utile aprirsi a nuove possibilità lavorative, tenendo in considerazione aziende che puntano su welfare, premi di risultato e percorsi di crescita chiari.

L’Italia ha ancora molta strada da fare per offrire retribuzioni percepite come eque e soddisfacenti. Ma la crescente attenzione al tema, unita a una normativa europea sempre più incisiva, può rappresentare l’inizio di un cambiamento positivo. Per i lavoratori e le lavoratrici che si affacciano oggi al mercato del lavoro, il consiglio è chiaro: informarsi, confrontarsi e scegliere con consapevolezza.

 

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