Lavoro agile obbligatorio per un dipendente disabile anche senza accordo individuale, purché con impegno finanziario ragionevole: la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 605 del 10 gennaio 2025, ha stabilito un importante principio in tema di lavoro e diritti dei disabili
La sentenza semplifica l’accesso a questa modalità lavorativa anche senza necessità di un accordo individuale con il datore di lavoro. Questo cambiamento rappresenta un passo importante verso una maggiore inclusività nel mondo del lavoro, in particolare per chi presenta difficoltà certificate.
Ma cosa significa smart working, e qual è l’impatto di questa sentenza per chi cerca lavoro?
Cos’è lo smart working e come funziona
Lo smart working è una modalità di lavoro che consente di svolgere le proprie mansioni al di fuori degli uffici aziendali tradizionali, sfruttando strumenti tecnologici come il computer e la connessione a internet. A differenza del telelavoro, che richiede un accordo fisso tra datore di lavoro e dipendente, lo smart working offre una maggiore flessibilità, con la possibilità di organizzare autonomamente il proprio tempo e luogo di lavoro. In questo articolo ti spieghiamo le differenze tra smart working e telelavoro.
In Italia, la legge che regolamenta questa modalità di lavoro è la Legge 22 maggio 2017, n. 81, che ha introdotto il concetto di smart working come una modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, che non prevede vincoli di luogo e consente di lavorare con l’utilizzo di strumenti tecnologici. Questa legge ha reso il lavoro agile una possibilità per tutti i lavoratori, ma ha anche stabilito che le aziende dovessero attuare delle specifiche modalità di accesso, soprattutto per i dipendenti con disabilità grave.
Con il decreto legislativo 30 giugno 2022, è stato introdotto un ulteriore passo in avanti, prevedendo una priorità nell’accesso al lavoro agile per i lavoratori con disabilità grave, stabilendo che il datore di lavoro debba valutare la possibilità di concedere questa modalità di lavoro, compatibilmente con le mansioni e le esigenze aziendali.
Tuttavia, fino a gennaio 2025, la fruizione del lavoro agile per i dipendenti con disabilità necessitava di un accordo individuale tra le parti, con la concomitante obbligatorietà di comunicare telematicamente i dettagli del lavoro agile al Ministero del Lavoro. La sentenza n. 605/2025 cambia questa prassi, semplificando l’accesso per i dipendenti con disabilità, eliminando la necessità di un accordo preventivo.
La sentenza della Cassazione: semplificazioni per i lavoratori disabili
La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 605/2025 ha portato una novità importante per i lavoratori con disabilità: l’accesso allo smart working non necessita più di un accordo individuale con il datore di lavoro. In sostanza, i dipendenti disabili hanno ora il diritto di lavorare in modalità agile, anche senza un accordo formale tra le parti, purché le mansioni siano compatibili con il lavoro da remoto e i costi per l’azienda non siano sproporzionati.
La Corte ha rigettato il ricorso di un’azienda che si opponeva alla richiesta di un dipendente con disabilità grave di lavorare in modalità smart working, affermando che, quando le mansioni sono compatibili con il lavoro agile e l’azienda non affronta oneri finanziari sproporzionati, il datore di lavoro è obbligato a consentire il lavoro remoto, anche in assenza di un accordo formale.
Fino ad oggi, per poter lavorare da casa, anche le persone disabili dovevano sottoscrivere un accordo con il datore di lavoro. In questo accordo, l’azienda e il dipendente stabilivano insieme le modalità e i tempi per il lavoro agile. Con la nuova sentenza, questo processo è stato semplificato, permettendo a chi ha difficoltà certificate di accedere al lavoro agile in modo più diretto e senza burocrazia inutile.
Questa decisione si inserisce in un contesto normativo più ampio che include l’articolo 3 del Decreto Legislativo 9 luglio 2003, n. 216, che stabilisce l’obbligo di “ragionevoli accomodamenti” da parte del datore di lavoro per garantire la piena parità di trattamento per i lavoratori con disabilità. La Corte ha quindi interpretato il lavoro agile come una misura ragionevole, che favorisce l’inclusione dei lavoratori disabili senza comportare oneri eccessivi per l’impresa.
Nonostante l’eliminazione dell’accordo individuale, la decisione della Corte non implica che il lavoratore disabile possa scegliere liberamente di lavorare da casa. Sono comunque necessarie alcune condizioni affinché il diritto al lavoro agile venga rispettato. Prima di tutto, le mansioni del dipendente devono essere compatibili con la modalità di lavoro remoto, e l’azienda non deve affrontare costi insostenibili o sproporzionati nel fornire le tecnologie e il supporto necessari.
Inoltre, sebbene la sentenza semplifichi la procedura, le aziende potrebbero ancora dover presentare delle comunicazioni formali relative alla concessione del lavoro agile, in linea con le normative vigenti. Si prevede che il Ministero del Lavoro fornisca ulteriori indicazioni operative in merito, al fine di chiarire i dettagli di attuazione di questa nuova norma.
Come la sentenza della Cassazione cambia le regole per chi cerca lavoro
Questa novità ha importanti implicazioni anche per chi cerca lavoro, in particolare per le persone disabili che potrebbero aver trovato difficoltà in passato nell’ottenere un posto di lavoro agile. Adesso, infatti, le persone con disabilità che possiedono le competenze necessarie non devono più preoccuparsi di dover negoziare un accordo formale per lavorare da remoto. Questo significa che le opportunità lavorative in smart working per i lavoratori disabili sono ora più accessibili, dando loro la possibilità di godere di una maggiore flessibilità senza doversi preoccupare di specifici accordi preventivi.
Le aziende, d’altra parte, dovranno adattarsi a queste nuove regole, consentendo ai dipendenti disabili di accedere al lavoro agile, a meno che non sussistano validi motivi per negare questa possibilità, come l’incompatibilità delle mansioni con il lavoro da remoto.
Lavoro e smart working: nuove opportunità per i lavoratori disabili
Per chi cerca lavoro, l’adozione dello smart working sta aprendo nuove opportunità, soprattutto in un contesto che favorisce sempre più la flessibilità lavorativa. Se fino a qualche anno fa, le persone con disabilità erano spesso escluse da alcune tipologie di impiego, oggi grazie alla legge e alle sentenze come quella della Cassazione, è possibile accedere a opportunità lavorative che permettono di conciliare meglio il lavoro con le proprie esigenze personali. Le aziende, oggi più che mai, sono chiamate a rivedere le proprie politiche di inclusività, anche in relazione al lavoro agile.
Per chi è alla ricerca di un lavoro in smart working, è fondamentale sapere che la domanda di professionisti in grado di lavorare da remoto è in costante crescita, soprattutto in alcuni settori come il customer service, l’assistenza virtuale, il project management, la consulenza e molti altri, stanno progressivamente offrendo opportunità a chi è in grado di svolgere le proprie mansioni da remoto.
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