Da diversi anni in molte aziende italiane è stato introdotto lo Smart Working, tra chi ne usufruiva saltuariamente e chi invece solo qualche giorno a settimana.
Con l’arrivo della pandemia su tutti i media nazionali ed esteri è diventato sempre più frequente il termine Smart Working, inteso come lavoro da remoto e non presso un ufficio,
Ma è realmente solo questo lo Smart Working? E in cosa consiste?
Il Ministero del lavoro definisce lo Smart Working come “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.”
Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento – economico e normativo – rispetto ai colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie.
È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali, secondo le modalità illustrate dall’INAIL.
Con lo Smart Working, inoltre, il lavoratore può scegliere il luogo dove lavorare, gli orari sono flessibili e l’obiettivo è il raggiungimento delle finalità aziendali.
E tutte le altre declinazioni? Seppur i mezzi utilizzati per svolgere il Telelavoro siano gli stessi dello Smart Working e quindi pc, notebook, connessione internet e nei casi migliori anche cellulare aziendale, a cambiare sono le modalità di svolgimento lavoro. La prima differenza è sull’orario lavorativo che rimane il medesimo di quello stabilito inizialmente in fase di assunzione. Se si tratta di un lavoro full time di 8 ore dalle 9,00 alle 18,00 con un’ora di pausa dalle 13,00 alle 14,00 per esempio, tale impegno va rispettato. Anche il luogo di lavoro va concordato con il datore di lavoro, una volta stabilito da dove si effettuerà la propria attività lavorativa da remoto, non potrà mutare giorno per giorno, ma solo per esigenze documentabili che saranno da sottoporre al proprio referente. Sostanzialmente è la creazione vera e propria dell’ufficio in casa.
Ma ogni azienda ha la propria particolarità e le proprie esigenze. Per alcune non sarà un problema il vero Smart Working e quindi via libera a coworking, bar, case al mare o in montagna e città tutte da scoprire. Per altre invece una base lavorativa nella stessa città dove si trova la sede aziendale e la reperibilità fissa sono un must.
Sta a te scegliere.
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Buona esperienza di vendita diretta
Per me, Occasione giusta, (Remote Working) (Smart Working).