Finalmente ti hanno chiamato: il tuo curriculum è risultato in linea con la posizione per cui ti sei candidato e ti hanno fissato un colloquio. Bene… ma a volte non benissimo: è in questa fase che possono sorgere insicurezze, dubbi, paure.
Come presentarsi al meglio per fare una buona impressione? Quali sono i dettagli da considerare affinché il recruiter – ossia chi ti intervista – possa decretare che sei la persona giusta per quel ruolo?
Avere un po’ d’ansia prima di un colloquio di lavoro è normale: gli esperti di InfoJobs hanno pensato a 5 mosse, 5 step da seguire, per trasformare questa sensazione in un’alleata e riuscire ad affrontare al meglio la situazione.
Ecco 5 mosse da seguire per non sbagliare:
1. Conoscere l’azienda che si sta per incontrare
Per affrontare un colloquio con successo, è essenziale comprendere a fondo l’azienda per cui ci si sta candidando. Questo significa visitare il suo sito web, guardare le sue pagine social, ma non solo. Il consiglio è quello di “cercare informazioni”, leggere articoli di settore, rapporti annuali e notizie recenti: si potrà avere così una visione completa dell’attività aziendale. Attenzione anche alle informazioni che riguardano la sua storia, la sua missione, i valori fondamentali e i principali progetti in corso. Conoscere queste informazioni permetterà di dare risposte più specifiche e personalizzate al recruiter, dimostrando di essere una persona interessata e motivata.
2. Vestirsi in modo consono: la prima impressione è importante
L’abbigliamento gioca un ruolo cruciale per una prima impressione positiva. È importante adattare il proprio look alla cultura e al settore dell’azienda. In un contesto professionale, un abbigliamento formale è spesso più consigliato, mentre in ambienti più creativi potrebbe essere accettabile un look più casual ma sempre curato. Scegliere un abbigliamento appropriato è sinonimo di rispetto per l’azienda, e comunica anche serietà e attenzione ai dettagli.
3. Non avere paura di fare domande
Un colloquio non è solo l’occasione per “rispondere”, ma anche per “domandare”. Certo, è importante fare domande pertinenti. Consigliamo quindi di prepararsi in anticipo qualche domanda, per dimostrarsi curiosi e interessati, oltre che attenti a capire se quel lavoro sia effettivamente adatto a noi. Dopo tutto, la decisione non è solo dell’azienda. Per esempio, è bene non fermarsi a chiedere solo informazioni sul lavoro che si andrà a svolgere in prima persona: via libera a domande sulla cultura aziendale, sul team, sulle opportunità di crescita professionale. Chiedere informazioni di questo tipo significa mostrare la volontà di impegnarsi in modo serio, e allo stesso tempo può essere utile per capire se l’azienda per cui ci si sta candidando è in linea con i nostri valori e obiettivi professionali.
4. Sottolineare le soft skills, non solo competenze tecniche
Quando si parla delle proprie competenze, è importante non limitarsi a elencare quelle tecniche (hard skills). Le soft skills sono altrettanto importanti e vanno sempre evidenziate. Qualche esempio? La capacità di lavorare in team, lo spirito d’iniziativa, la mentalità creativa, il pensiero critico, la leadership, la gestione del tempo e l’intelligenza emotiva e sociale. Oltre ad attribuirsi queste skills, è bene raccontare in che modo le si sono acquisite: magari attraverso progetti universitari, esperienze scolastiche, volontariato o eventi quotidiani… Fare esempi concreti durante il colloquio aiuterà il recruiter a capire come le soft skills siano state applicate nella pratica, rendendo le risposte più credibili e convincenti.
5. Attenzione a postura e linguaggio del corpo: comunicare sicurezza
La comunicazione non verbale, ovvero la postura, il linguaggio del corpo e il modo di interagire durante un colloquio comunicano molto più di quanto si possa immaginare. E i recruiter sono “allenati” a fare attenzione proprio a tutti questi aspetti. Un ottimo biglietto da visita, quindi, è sorridere mostrandosi ben disposti alla conoscenza del selezionatore, nonché lieti di essere stati scelti come possibili candidati ad entrare a far parte dell’azienda. È poi fondamentale mantenere una postura composta, che trasmetta sicurezza, fiducia e interesse. Attenzione anche agli sguardi: mantenere un contatto visivo regolare con il proprio interlocutore dimostra coinvolgimento e sincerità. E fare cenni di assenso, evidenziando il proprio ascolto attivo, dando risposte puntuali, è sinonimo di rispetto e attenzione e sarà sicuramente apprezzato dall’interlocutore.