Perché, nonostante mille sforzi, non stiamo raggiungendo i nostri obiettivi professionali? Magari ci siamo arenati, abbiamo perso la motivazione, ci siamo sovraccaricati di aspettative… Le cause possono essere diverse. Diventa, quindi, fondamentale identificare l’ostacolo principale che ci sta bloccando e imparare a superarlo: quali sono i motivi principali per cui non stiamo riuscendo ad andare avanti?
Vediamo insieme quali sono i 5 ostacoli più frequenti, come riconoscerli e come superarli.
1. Non stai partecipando al campionato mondiale del multitasking
All’inizio di ogni anno, così come al rientro post ferie, molti di noi si riempiono di entusiasmo pensando a quante grandi trasformazioni realizzeranno, con sogni di grandezza che spaziano dal perdere dieci chili al diventare il nuovo Elon Musk.
Tuttavia, c’è un errore comune che la maggior parte delle persone commette: cercare di cambiare troppe cose contemporaneamente, con risultati che spesso si rivelano controproducenti.
Per crescere professionalmente, occorre procedere con piccoli passi. Se si tenta di fare troppe cose contemporaneamente, è probabile demotivarsi e ottenere pochi miglioramenti concreti. Uscire gradualmente dalla zona di comfort, concedendosi pause tra un passo e l’altro, è fondamentale.
All’atto pratico, il raggiungimento degli obiettivi è un’attività quasi “monotona”, che richiede uno sforzo immenso e che spesso cozza parecchio con i nostri sogni di grandezza, in cui già si immaginano i vantaggi del risultato, ma non le difficoltà del processo.
Concentrarsi su pochi obiettivi chiave permette di superare le sfide cruciali, rendendo irrilevanti gli altri obiettivi minori. Meglio concentrarsi su un compito alla volta per migliorare la qualità generale e mantenere la chiara direzione verso i risultati desiderati. Lo dice anche la teoria dei 6 cappelli!
Ricorda che fare otto cose contemporaneamente può farti sentire produttivo sul momento, ma alla fine ti ritroverai soltanto con otto cose che avresti potuto fare meglio.
2. Individuare i vantaggi a cascata
Poniamoci una domanda: “Qual è quella cosa che posso fare, tale per cui facendola, tutto il resto diventa più facile, se non superfluo?”
No, non stiamo barando: si tratta dell’idea di concentrarci sull’azione più impattante, quella che ha il potenziale di innescare una serie di vantaggi e semplificare il nostro percorso, portando a una serie di vantaggi secondari che potranno esserci d’aiuto sul medio e lungo termine.
Immagina di trovarti di fronte a una serie di obiettivi, ognuno con la sua lista di azioni da intraprendere. È facile sentirsi sopraffatti. Tuttavia, riflettendo sulla domanda sopra, possiamo eliminare il superfluo, concentrandoci su ciò che veramente conta.
Ad esempio, se stai cercando di ottenere una promozione, potresti concentrarti sullo sviluppo di una competenza chiave che è altamente richiesta nel tuo settore di riferimento e che potrà permetterti di acquisire competenze connesse alla prima in futuro. La risposta, però, non è sempre facile da trovare: potrebbe richiedere tempo, sperimentazione e autocoscienza. Richiede una conoscenza puntuale e non approssimativa del mercato di riferimento e del settore in cui vuoi inserirti.
Chiariamo: potresti anche dover esplorare diverse opzioni e imparare dagli errori lungo il cammino, e non c’è nulla di male in questo. E’ fisiologico, fa parte del processo.
3. La procrastinazione seriale
Sì, lo sappiamo, quel video di gattini erano essenziali per il tuo benessere emotivo, ma forse – e dico forse – non era il caso di passare due ore a guardarlo. Pensa a quante altre cose avresti potuto fare in due ore. La procrastinazione, spesso vista come un nemico della produttività, merita almeno un paio di precisazioni. Comunemente definita come il rinvio intenzionale e abituale di compiti o decisioni, non è tanto una mancanza di volontà o di gestione del tempo, ma può essere radicato in cause più complesse, e va riconosciuta come un fenomeno multidimensionale che può essere influenzato da fattori emotivi, psicologici, cognitivi e sociali.
L’ansia da prestazione spinge spesso le persone a evitare compiti che minacciano la loro autostima. La procrastinazione è aggravata da distrazioni immediate, che contrastano con i benefici a lungo termine del completamento dei compiti. Affrontare la procrastinazione richiede strategie come la suddivisione dei compiti, impostare scadenze realistiche e cercare supporto sociale quando necessario.
È importante esaminare e modificare schemi di pensiero negativi che alimentano la procrastinazione.
4. La sindrome dell’impostore
La sindrome dell’impostore è un fenomeno insidioso che mina la fiducia e l’autostima, lasciandoci in balia di una vocina interiore che sminuisce ogni nostro successo. È come avere un grillo parlante disfunzionale che, anziché sostenerci, ci sussurra incessantemente che non siamo all’altezza, che non meritiamo i piccoli traguardi per cui abbiamo sudato e per cui ci siamo impegnati.
Quando otteniamo una promozione, ci dice che è stato un errore e che siamo solo una seconda scelta.
Quando riceviamo complimenti, ci fa credere che siano solo frutto di cortesia. È come se il nostro subconscio decidesse di sabotare la nostra autostima.
Spegni la vocina. Abbassale il volume e non far sì che la credenza in questa falsa narrazione ti ostacoli nel raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Cambia la prospettiva: possiamo fare di meglio e possiamo migliorare? Quello sempre. Ma non è un buon motivo per sminuire i piccoli successi quotidiani, che comunque ti sono costati sforzo e impegno e hanno portato risultati, per quanto piccoli.
5. Monitoraggio e adattamento
Spesso, il problema di un obiettivo non raggiunto è che i piani stabiliti all’inizio non tengono conto delle sfide e delle opportunità che si presentano lungo il percorso.
Il contesto evolve, ma il piano resta statico.
È come se, guidando lungo una strada bloccata dai lavori in corso, al posto di cambiare il percorso, ci si ostini ad aspettare che sparisca il cantiere. Invece, è importante essere disposti a modificare i piani man mano che si acquisiscono nuove informazioni sul contesto. Non c’è nulla di sbagliato nel rivedere le strategie se ciò significa migliorare le probabilità di successo.
Analogamente, è essenziale tenere traccia dei progressi compiuti. Senza una valutazione regolare e obiettiva dei propri sforzi, è facile perdersi di vista e perdere di vista gli obiettivi prefissati. Mantenere un registro dei progressi consente di identificare i punti di forza e le aree di miglioramento, consentendo di apportare adeguamenti mirati ai piani e alle strategie