La crescita personale

La gentilezza fa curriculum

Portare il caffè a un collega, sorridere al mattino quando si arriva in ufficio, dare una mano a chiudere un documento urgente.
Sono tanti i gesti gentili che possono migliorare la qualità della vita in ufficio e sempre più italiani vedono nella gentilezza una buona abitudine da sviluppare anche in ambiente lavorativo.
Questo emerge dalla nostra Indagine InfoJobs sulla gentilezza al lavoro, condotta su un campione di 1350 persone.

La gentilezza dovrebbe essere inserita nel cv tra le soft skill per il 78% degli intervistati.
La gentilezza è contagiosa e per la maggior parte degli intervistati dovrebbe essere considerata una competenza determinante in fase di selezione.
La vera sfida di ogni giorno è quindi ricordarsi di essere sempre disponibili verso il prossimo, così come recita il World Kindness Movement, movimento che promuove la gentilezza in tutto il mondo e a tutti i livelli, senza differenze gerarchiche.

Plebiscito per la leadership gentile
Lavorare con un capo illuminato è un valore aggiunto per le risorse che collaborano con lui.
La leadership gentile può fare la differenza per il 93% degli intervistati perché contribuisce a creare un clima di lavoro più sereno e di conseguenza permette di ottenere il massimo dalle persone che si sentono più responsabilizzate, e quindi più portate a osare e innovare.

La gentilezza è sinonimo di forza, non di debolezza
Per il 96%  gentilezza è infatti sinonimo di produttività: a volte un sorriso motiva più di mille discorsi e sprona a dare di più.
La gentilezza è un punto di forza (60%) e non di debolezza e un elemento imprescindibile al lavoro (24%); soltanto il 2% la considera una debolezza o una tattica volta ad ottenere qualcosa (9%).

La gentilezza nel quotidiano vince, nonostante tutto.
L’88% di chi ha risposto alle nostre domande, afferma di aver ricevuto un gesto gentile da parte delle persone con cui lavora, principalmente da parte dei colleghi (64%) e dei clienti/fornitori (28%), più difficilmente da parte del proprio capo (18%).
E chi sono i destinatari delle nostre gentilezze? Nell’82% dei casi i colleghi seguiti dai fornitori e clienti (37); verso capi (28) e collaboratori (15) la situazione è meno fluida.
Tra i principali ostacoli alla gentilezza troviamo  lo stress e i ritmi frenetici (43%), seguiti da competitività (27%) e routine (2%). Ma per il 28% non c’è nemico che tenga: non bisogna mai perdere l’occasione per essere gentili e migliorare la propria qualità di vita e quella  del prossimo.

I gesti più belli
Molti di voi hanno raccontato dei bellissimi esempi di gentilezza: c’è chi ha fatto straordinari non pagati per aiutare un collega a rispettare una scadenza, chi ha dato conforto a un collega stressato, chi oltre a un sorriso porta sempre un cioccolatino, chi prepara il caffè per tutto l’ufficio, chi ha accompagnato il collega dal medico e addirittura chi ha preso un rimprovero dal capo per difendere qualcuno.

Abbiamo deciso di raccogliere questi gesti gentili e di raccontarli sui nostri canali Facebook e Instagram attraverso l’hashtag #bekind. Seguici e lascia una parola gentile!

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