Negli ultimi tre anni, il periodo storico che stiamo vivendo, ci ha fatto conoscere metodi di lavoro alternativi e la possibilità (diventata poi necessità) di gestire al meglio la nostra vita privata in base agli impegni lavorativi. A causa del lockdown 2020, infatti, moltissime aziende per evitare la sospensione della propria attività, avevano imposto lo smart working ai propri dipendenti.
Tutto questo però, ha potuto generare anche moltissimi risvolti positivi per entrambe le parti: lato dipendente, evitando spese di spostamento, evitando perdite di tempo nel traffico, miglioramento work-life balance; dal lato dell’azienda si è potuto riscontrare un risparmio a livello di spese di struttura, aumento della produttività del lavoratore nella maggior parte dei casi e un aumento della soddisfazione del team.
I benefici ottenuti, dopo tre anni, potrebbero avere anche dei risvolti negativi in termini sociali e non solo. In primo luogo non tutti i nuclei familiari potrebbero avere spazi idonei per svolgere attività lavorative tra le mura domestiche; inoltre, una situazione lavorativa esclusivamente domestica, va inevitabilmente a rendere meno spontaneo il rapporto tra colleghi rendendo più rare le occasioni di team building.
Per ovviare a questa problematica, ad oggi, molte aziende hanno trovato un ottimo equilibrio utilizzando una formula di lavoro ibrido, in modo tale da poter mantenere gli aspetti positivi di entrambe le situazioni senza appesantire i caratteri negativi imponendo uno stile lavorativo esclusivamente in presenza o da remoto.
Ma cosa significa lavorare in modalità ibrida?
L’hybrid work, così chiamato a livello internazionale, è una modalità di lavoro flessibile, in cui un lavoratore opera in parte da remoto (da casa o da un altro luogo) e in parte in presenza presso la sede aziendale.
Esistono vari modelli di lavoro ibrido, per esempio rotazione di gruppi o team, organizzazione del lavoro individualmente, calendarizzazione dei giorni di chiusura della sede, quindi, di fatto, i giorni di smart working sono stabiliti dal titolare dell’azienda o di chi ne fa le veci.
Secondo diverse inchieste e dati statistici, il lavoro ibrido comporta molti vantaggi, tra cui soddisfazione lavorativa, maggiore produttività, costi di gestione più bassi, migliora l’immagine aziendale rendendola più attrattiva nei confronti di candidati e dipendenti, garantisce un ambiente di lavoro più sano grazie ad un numero più basso di persone in ufficio, permette un clima più disteso tra colleghi favorendo il team building.
Il lavoro ibrido e flessibile è il futuro delle aziende ed è sempre più richiesto come condizione indispensabile da parte dei candidati. Al fine di trovare un vantaggio effettivo da entrambe le parti, sarà in ogni caso compito del dipendente rispettare i tempi di consegna dell’attività lavorativa, precisione e puntualità ed allo stesso tempo sarà, invece, compito del datore di lavoro fornire ai dipendenti una chiara pianificazione dell’attività al fine di poter rendere autonomi i dipendenti nei propri compiti, permettendo loro di rispettare le attese aziendali.