Sopravvivere al lavoro

Le nuove parole del lavoro: il glossario

Il lessico del lavoro sta cambiando: negli ultimi anni, in particolare nel post-pandemia, sono stati introdotti nuovi termini e alcune parole hanno acquisito sfumature diverse. Sono tanti i termini – quasi tutti inglesismi – che fanno ormai parte del linguaggio quotidiano e possono ricorrere di frequente nelle offerte o, in generale, quando si parla di lavoro. Vediamo quali sono quelli più utilizzati e qual è il loro significato.

Burnout:

nel contesto del lavoro indica uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale causato da un forte e prolungato stress lavorativo. Alcuni fattori che possono contribuire al burnout includono un carico di lavoro eccessivo, un ambiente di lavoro stressante, scarso equilibrio tra lavoro e vita privata, assenza di riconoscimento e gratificazione, e difficoltà nel trovare significato nel lavoro svolto.

Employer branding: 

la gestione e la promozione dell’immagine aziendale e della reputazione di un datore di lavoro, al fine di attrarre e trattenere i talenti migliori.

Empowerment:

il processo di attribuzione di potere, autonomia e responsabilità ai lavoratori, che consente loro di prendere decisioni e influire sulle proprie attività lavorative.

Engagement: 

nel mondo del lavoro, questa parola indica l’impegno o il coinvolgimento dei dipendenti nei confronti delle proprie attività, dell’organizzazione per cui lavorano e dei suoi obiettivi. L’engagement lavorativo implica una connessione emotiva, cognitiva e comportamentale dei dipendenti con il loro lavoro e l’azienda. È diventato un argomento di grande rilevanza negli ultimi anni, poiché le organizzazioni si sono rese conto dell’importanza di coinvolgere e motivare i dipendenti per ottenere prestazioni eccellenti e mantenere un vantaggio competitivo.

Great resignation: 

letteralmente “grande dimissioni”. Questo termine si riferisce al fenomeno in cui un gran numero di lavoratori, contemporaneamente, decide di lasciare il proprio lavoro, spesso per motivi legati al cambiamento delle condizioni di lavoro o alle priorità personali. Il fenomeno delle grandi dimissioni volontarie ha preso piede negli Stati Uniti all’inizio 2021 e si sta rapidamente diffondendo anche in Italia.

Great regret: 

letteralmente “grande rimpianto”. Questo termine si riferisce al sentimento di rimpianto o insoddisfazione che una persona può provare dopo aver lasciato il proprio lavoro, specialmente se la decisione si è rivelata negativa o non ha portato i risultati sperati.

Hard skill: 

competenze specifiche e tangibili necessarie per un determinato lavoro; riguardano solitamente l’aspetto tecnico di un lavoro o di una professione e possono includere, per esempio, conoscenze di programmazione, competenze Stem, conoscenze linguistiche, abilità di analisi dei dati, capacità di utilizzo di strumenti specifici, ecc. Sono complementari alle Soft skill.

Job hopping: 

la tendenza dei lavoratori a cambiare frequentemente lavoro o azienda, spostandosi da un’opportunità lavorativa all’altra per ottenere maggiori vantaggi o crescita professionale.

Mismatch: 

nel contesto del lavoro, il “mismatch” si riferisce solitamente alla discrepanza tra le competenze, le qualifiche o le aspettative di un individuo e le esigenze o le richieste del mercato del lavoro. Ad esempio, può esserci un “mismatch” quando un lavoratore ha competenze o qualifiche che non sono richieste o rilevanti per le posizioni lavorative disponibili, o quando un datore di lavoro non riesce a trovare candidati con le competenze richieste per un determinato ruolo.

Near working: 

letteralmente “lavoro vicino”. Questo termine indica la pratica di svolgere il proprio lavoro in una località geograficamente vicina a casa o in un’area prossima al luogo di residenza, riducendo i tempi di spostamento e privilegiando la prossimità.

Rage applying: 

ovvero mandare candidature a raffica e applicare per più posti di lavoro contemporaneamente. Ecco i nostri consigli su come ottimizzare la ricerca delle offerte di lavoro più in linea con le proprie aspirazioni!

Skillset: 

l’insieme di competenze, conoscenze e abilità che una persona possiede e che sono rilevanti per svolgere un determinato lavoro o ruolo.

Quite quitting:

letteralmente “abbandono silenzioso” delle organizzazioni, è il fenomeno che coinvolge il mondo del lavoro in cui i dipendenti sono disposti a svolgere solo lo stretto indispensabile compatibilmente con le ore definite da contratto, rifiutando di fare straordinari, aderire a progetti extra e assumersi ulteriori responsabilità. Al suo opposto troviamo il “Quite firing” che identifica invece un distacco da parte dei datori di lavoro o manager nei confronti dei lavoratori.

Quite firing: 

tradotto “licenziamento silenzioso”, il quiet firing è quando un datore di lavoro/manager fa sentire i dipendenti non desiderati, incoraggiandoli ad andarsene. Ci sono dei segnali che identificano comportamenti di Quiet Firing da parte dei datori di lavoro: i canali di comunicazione vengono chiusi bruscamente (nessun invito a riunioni chiave, email senza risposta, etc.); nessuna crescita professionale (nessuna promozione, nessun ruolo in progetti strategici, sempre lavori di routine da svolgere, etc.).

Quiet hiring: 

ovvero le “assunzioni silenziose” sono infine quel fenomeno che si verifica quando un’organizzazione acquisisce nuove competenze senza assumere effettivamente nuovi dipendenti. È semplicemente un sinonimo per indicare la mobilità interna, che può essere un modo per riassegnare persone sottoutilizzate a nuovi ruoli, oppure uno stimolo per le persone a reinventarsi nella stessa azienda optando per mansioni più in linea con le proprie ambizioni.

Reskilling: 

il processo di acquisizione di nuove competenze o abilità per adattarsi ai cambiamenti nel mondo del lavoro. Spesso viene utilizzato quando una persona deve sviluppare competenze diverse da quelle che possiede attualmente, al fine di affrontare sfide lavorative diverse o di adeguarsi a nuovi ruoli o settori professionali. Il reskilling può essere necessario a causa dei progressi tecnologici, dei cambiamenti nelle esigenze del mercato del lavoro o dell’evoluzione delle competenze richieste per determinate professioni. L’obiettivo è quello di migliorare le opportunità di impiego e adattarsi alle richieste del mercato del lavoro in continua evoluzione.

Soft skill: 

abilità personali, trasversali o comportamentali, come la capacità di comunicazione, di lavorare in squadra, la leadership e la flessibilità, la capacità di risolvere problemi e adattarsi a nuove situazioni. Sono complementari alle Hard skill.

Upskilling: 

il processo di acquisizione di nuove competenze o l’aggiornamento delle competenze esistenti per stare al passo con i cambiamenti nel mondo del lavoro e migliorare le opportunità di carriera.

Work-life balance: 

l’equilibrio tra il tempo dedicato al lavoro e il tempo dedicato alla vita personale, cercando di mantenere una divisione sana e soddisfacente tra i due aspetti al fine di mantenere un benessere complessivo.

YOLO: 

è l’acronimo di “You Only Live Once” (si vive solo una volta), ed è associato a un atteggiamento che incoraggia le persone a vivere l’attimo. Nel mondo del lavoro, questo si traduce nella ricerca di esperienze a cui dare valore, che siano arricchenti anche a livello umano, nell’intenzione di fare un lavoro che sia maggiormente in linea con le proprie attitudini e nella necessità di avere più tempo per dedicarsi alle proprie passioni.

L’elenco contiene solo alcune delle nuove parole ormai usate comunemente in Italia nel mondo del lavoro. Tuttavia, l’evoluzione del linguaggio nel contesto lavorativo è costante, poiché il mondo del lavoro stesso continua a cambiare e ad adattarsi alle nuove sfide e opportunità. 

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