A circa un mese dall’inizio del lockdown del Paese che ha impattato sulle modalità di lavoro della maggior parte degli italiani, abbiamo pensato di chiedere direttamente a voi un’opinione sul tema dello smart working.
Ecco cosa ci avete risposto.
La fotografia del Paese
Il quadro che emerge è di un Paese che ha risposto all’emergenza utilizzando in maniera massiccia lo smart working: il 72% delle aziende ha messo a disposizione in tempi brevi mezzi e strumenti per poter lavorare da casa.
Ma, d’altro canto, non tutti ruoli possono essere svolti da remoto e quindi solo il 15% dei lavoratori sono in smart working.
E gli altri? Attualmente il 45% è senza reddito (percentuale che sale al 50% per le donne), in ferie o in congedo (25%) mentre il 13% si reca ancora sul luogo di lavoro.
Il 79% di chi fa smart working, è alla prima esperienza, mentre per il 14,5% sono cambiate le modalità di fruizione. Solo per il 6,5% non c’è stato alcun cambiamento rispetto a prima.
Quali difficoltà hanno riscontrato le aziende?
Principalmente problemi di tipo organizzativo (44%) per mancanza di supervisione e controllo sul lavoro del personale e relazionale (42%) perché manca il confronto quotidiano e il lavorare fianco a fianco. Solo il 14% delle aziende dichiara problemi legati alla tecnologia.
E voi come vivete questa situazione?
Il 38% del campione intervistato si dichiara fortunato di poter rimanere a casa e il 27% apprezza le possibilità date dalla tecnologia.
Solo il 7% dice di essere meno produttivo soprattutto a causa degli impegni familiari da gestire in contemporanea, percentuale che sale al 33% per le donne con figli conviventi.
Cosa apprezzate di più dello smart working e cosa vi manca?
Sicuramente si apprezza il tempo risparmiato per gli spostamenti da casa all’ufficio (49%) e gli orari flessibili (19,5%)
Tra le mancanze, spiccano la socialità del luogo di lavoro e il confronto coi colleghi (a pari merito al 27%) e la comodità della propria postazione (11%) o il piacere di prepararsi alla giornata con outfit e make-up (10%).
E domani come sarà?
Per il 30% delle aziende non ci saranno cambiamenti mentre per il 28% dipenderà dagli sviluppi legislativi.
Ma anche voi siete stati molto cauti: il 71% vorrebbe il lavoro agile 1 o 2 giorni a settimana (89% per le donne con figli) mentre solo il 16% sogna un futuro tutto smart.
Ma ci sono anche i contrari: per il 13%: meglio l’ufficio!
Indagine realizzata da InfoJobs a marzo 2020 su un campione di 189 aziende e 1149 candidati
Ora è il momento di vedere le offerte del giorno. Sei pronto?
Per quanto mi riguarda non ho avuto alcuna difficoltà perché ho lavorato altre volte in Smart working, per cui trovo che sia un’ottima soluzione anche i tempi normali senza Covid-19.
Smart working è l’unione della vita personale con il mondo del lavoro. Efficiente per uno stile di vita sano e soddisfazione! Permettere la vicinanza al mondo familiare è vitale. Non ne potrei più fare a meno, anche se lavoro anche di più in alcuni momenti non me ne pento. Sono più produttivo per me e per la mia azienda!
Sicuramente lo smartworking potrebbe affiancare, ma (per me) non sostituire il lavoro svolto in maniera tradizionale, certo di sicuro ha delle potenzialità come quella di poter magari per qualche giorno rinunciare alle babysitter o comunque potrebbe dare la possibilità di svolgere il proprio lavoro da casa in momenti particolari magari per motivi di salute non troppo gravi. Ma sicuramente (a mio avviso) bisogna considerare che sarebbe l’ennesima causa di distanziamento dalla vita sociale o più che altro della vita con la società.
Perfetto in tutti i sensi.
lavorando per aziende lontane, per me è la normalità.