I contratti e diritti

La quota 100

La cosiddetta Quota 100 è un nuovo meccanismo di accesso alla pensione che potrebbe essere inserito nella Legge di Bilancio 2019 ed entrare in vigore entro pochi mesi.

Se approvato con le regole oggi ipotizzate, tale meccanismo consentirebbe la maturazione dei requisiti pensionistici e l’accesso al relativo trattamento nel caso in cui la somma dell’età anagrafica del lavoratore e gli anni di contributi da questi maturati dia come totale 100, per l’appunto.

Non è stato ancora ancora stabilito con certezza se, ai fini dell’accesso alla pensione secondo le nuove regole, sia anche necessario il raggiungimento di una determinata età anagrafica e/o anzianità contributiva.

Secondo le informazioni da ultimo circolate, sembrerebbe comunque di sì: per poter accedere a questo tipo di trattamento previdenziale, infatti, bisognerà aver maturato almeno 38 anni di contributi. In sostanza solo chi ha 62 anni di età e 38 anni di contributi potrà andare in pensione con la quota 100. Chi ha 63 anni e 37 di contributi dovrà invece aspettare un altro anno prima di ritirarsi dal lavoro.

Neppure è chiaro se, ferma la necessità di conseguire la soglia di età anagrafica e di contribuzione minima, l’eventuale anticipazione del pensionamento determinerà qualche penalizzazione sul trattamento economico spettante.

Si tratta di “nodi” che dovranno essere sciolti nelle prossime settimane, una volta risolto il problema della necessaria copertura finanziaria.

A cura dell’Avvocato Gianluca Crespi | Elexia

 

 

 

 

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