La carriera

Lavorare da Freelance: caratteristiche, pro e contro

Il significato di freelance (o freelancer) è esattamente libero professionista. Cioè colui che lavora non alle dipendenze altrui, in un rapporto di subalternità, ma offrendo la sua collaborazione come fornitore di un servizio e conservando la sua autonomia gestionale. Nella pratica, cosa significa?

 

Cosa vuol dire lavorare da freelance?

 

Lavorare da freelance significa svolgere un’attività professionale in autonomia, senza essere legati a un contratto di lavoro dipendente. Il freelancer offre servizi a clienti diversi, stabilendo in modo indipendente orari, tariffe e modalità di esecuzione del lavoro. Questa forma di impiego è molto diffusa in settori come la tecnologia, il marketing digitale, la grafica, la scrittura e la consulenza.

Lavorare da freelance comporta una grande libertà di gestione, ma anche una maggiore responsabilità nella ricerca dei clienti, nella gestione fiscale e nella pianificazione delle entrate. A differenza di un lavoratore subordinato, il freelancer non ha ferie pagate, malattia, tredicesima o mensilità aggiuntive, e deve occuparsi personalmente dei propri contributi previdenziali e delle imposte.

 

Quanto guadagna un freelance?

 

Il guadagno di un freelance varia in base al settore, all’esperienza e alla capacità di negoziazione con i clienti. Secondo i dati più recenti (dicembre 2024) provenienti dall’ultimo rapporto annuale di ADEPP, la Federazione degli Ordini a cui fanno capo le professioni con Ordine professionale, il reddito medio di un libero professionista con iscrizione a un ordine professionale si aggira intorno ai 29.000 euro annui per le donne e ai 54.000 euro per gli uomini. Tuttavia, il 50% delle professioniste guadagna meno di 16.000 euro l’anno, mentre la metà dei professionisti uomini ha un reddito inferiore ai 29.000 euro. Stiamo parlando di professionisti e professioniste iscritte a casse di previdenza diverse da INPS Gestione Separata, in quanto appartenenti a un ordine professionale (giornalisti, avvocati, medici, psicologi…). Tecnicamente insomma, i più “fortunati”.

Per chi opera senza un ordine professionale e rientra nella Gestione Separata INPS, il reddito medio si attesta sui 26.084 euro per i collaboratori e 17.626 euro per i professionisti, con un divario di genere marcato: 17.134 euro per le donne contro i 31.510 euro degli uomini. 

Il guadagno di un freelance dipende quindi da vari fattori, tra cui il settore di appartenenza, l’esperienza e la rete di contatti.

 

Cosa serve per lavorare come freelance?

 

Per iniziare a lavorare da freelance è necessario innanzitutto individuare il settore di attività e acquisire le competenze richieste dal mercato. Oltre alle capacità tecniche specifiche, sono fondamentali competenze di gestione del tempo, organizzazione e negoziazione, anche sugli aspetti legati a soldi e retribuzione. Ti consigliamo di leggere il nostro articolo su come parlare di soldi durante un colloquio.

Dal punto di vista burocratico, per operare come freelance in modo continuativo è necessario aprire una partita IVA e scegliere il regime fiscale più adatto. In Italia, il regime forfettario offre agevolazioni per i professionisti con redditi inferiori a 85.000 euro annui, con un’aliquota fiscale ridotta.

 

Come lavorare da freelance senza partita IVA?

 

Se l’attività di freelance è saltuaria e non supera determinati limiti di reddito, è possibile operare senza partita IVA attraverso la prestazione occasionale. Questa modalità consente di emettere ricevute fino a un massimo di 5.000 euro annui senza obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS.

Un’altra alternativa per alcune categorie professionali, come i giornalisti o gli scrittori, è la cessione dei diritti d’autore, che prevede una tassazione agevolata rispetto alla partita IVA.

Tuttavia, chi intende lavorare da freelance in modo continuativo e con un reddito superiore ai limiti previsti deve necessariamente aprire una partita IVA per essere in regola con il fisco.

 

I pro e i contro del lavoro da freelance

 

Lavorare da freelance offre molti vantaggi, tra cui la possibilità di gestire il proprio tempo, scegliere i clienti e lavorare da remoto. Tuttavia, comporta anche delle sfide, come la gestione fiscale, la ricerca continua di nuove opportunità e l’assenza di tutele tipiche del lavoro dipendente.

Uno degli aspetti più complessi riguarda la stabilità del reddito. A differenza di un impiego fisso, il freelance può attraversare periodi di guadagni elevati alternati a fasi di incertezza economica. È quindi essenziale pianificare con attenzione il proprio budget e mettere da parte una riserva economica per affrontare eventuali momenti di minore attività.

Inoltre, la gestione della clientela richiede capacità di negoziazione e marketing. I freelance devono essere in grado di valorizzare il proprio lavoro, stabilire tariffe adeguate e creare una rete di contatti per garantire un flusso costante di incarichi.

Insomma, lavorare da freelance è una scelta che offre indipendenza e flessibilità, ma che richiede anche una forte capacità di autogestione. È una modalità lavorativa sempre più diffusa, soprattutto nei settori digitali, e rappresenta un’opportunità per chi desidera costruire una carriera autonoma. Dovrà però valutare attentamente i pro e i contro, pianificare la propria attività in modo strategico e restare aggiornati sulle normative fiscali per operare in modo corretto e sostenibile.

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