Quante volte abbiamo sentito parlare di Skills o magari, durante un colloquio, ci è stato chiesto di raccontare quelle che più ci appartengono o che abbiamo imparato durante un percorso professionale e formativo.
In questo spazio si cercherà di fare chiarezza su cosa sono, tramite qualche accenno storico, come si raccontano e come si possono allenare.
Le Skills, si traducono in italiano nella parola “competenze”; competenza dal latino significa competere da “cum”e “petere”: convergere verso un punto, mirare uno stesso obiettivo, fino a trasformarsi in idoneità, abilità.
Conosciamo due macro categorie di skills, le hard e le Soft Skills; le Hard Skills sono delle abilità tecniche, che si sono apprese durante un percorso di formazione o professionale, pertanto specifiche per poter svolgere determinate mansioni, come ad esempio la capacità di sviluppare un sito web.
Si definiscono, invece, Soft Skills quelle capacità comportamentali che caratterizzano il nostro modo di porci nel quotidiano, in italiano il termine viene tradotto con “capacità trasversali”.
Secondo molti esperti del tema, il termine Soft Skills nasce alla fine degli anni ‘60, utilizzato per la prima volta dalla marina militare, che intendeva porre una sostanziale differenza con le Hard Skills, che in quel caso prevedevano la capacità, l’idoneità all’uso delle “macchine”.
Col tempo, le parole soft skills hanno acquisito un significato sempre più ampio, abbracciando la sfera delle competenze personali.
Raccontare le proprie competenze tecniche all’interno di un cv o durante un colloquio può risultare abbastanza semplice, di fatto si tratta di mettere in tavola quello che, banalmente, si sa fare, come ad esempio l’utilizzo di un determinato software, il saper parlare una lingua straniera, il saper progettare una macchina e quant’altro.
Queste abilità si possono perfino quantificare e misurare, durante il proprio percorso e, soprattutto, si possono sempre migliorare tramite la formazione continua.
Ma come raccontare e valutare le competenze, quando non si ha a che fare con un valore “quantitativo”?
Descrivere le proprie Soft Skills all’interno di un cv o raccontarle, risulta molto più complicato, in quanto si tratta di competenze non perfettamente tangibili.
Di fatto, a differenza delle Hard Skills, possono intendersi come “la modalità con la quale” viene svolto un determinato compito.
Spesso, sono così insite in noi, che ci risulta difficoltoso poterle descrivere o raccontare; ma oggigiorno, con un forte gap di competenze tecniche tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, risulta fondamentale fare la differenza con le proprie Soft Skills, che risultano fondamentali per distinguere e scegliere un profilo, piuttosto che un altro, rappresentando, così, un vero valore aggiunto.
Ecco qualche esempio di soft skills e descrizione:
- Flessibilità: possedere capacità di adattamento rispetto a differenti contesti, che spesso esulano dalla propria comfort zone.
- Avere una buona capacità comunicativa: parlare in modo chiaro e coerente, sapendo modulare in base al tipo di interlocutore.
- Capacità di ascolto: saper ascoltare le esigenze dell’interlocutore.
- Pensiero critico: possedere la capacità di analizzare le situazioni e i contesti in cui si evolvono e agire di conseguenza.
- Problem solving: legato al pensiero critico, ovvero la capacità di trovare o sviluppare nuove soluzioni.
- Team Working: abilità nel saper lavorare con un gruppo di lavoro omogeneo ed eterogeneo, collaborando positivamente in un’ottica di miglioramento costante.
Importante, è, sottolineare che anche le competenze trasversali si possono allenare, tramite momenti di vita quotidiana ovvero “autoapprendimento” o tramite veri e propri percorsi di formazione, orientati al proprio mindset.
Se vi ritrovate in alcune di queste Soft Skills, mi raccomando, sfruttatele nel prossimo colloquio!