Sopravvivere al lavoro

Due chiacchiere sotto l’ombrellone

Ed ecco le vacanze, momento di massimo relax e libertà. Via libera a costumi, infradito e short, il libro tanto atteso tra le mani e l’ufficio lontano migliaia di km. In questo periodo, si tende a dimenticare il lato sociale e professionale per assumere un ruolo più naturale, tipicamente vacanziero.

Non è raro che il collega super timido si trasformi nell’anima del villaggio, mostrando doti di leadership abilmente sommerse durante il resto dell’anno; o che il boss con la battuta sempre pronta e le batterie inesauribili, si isoli per 15 giorni in una località sperduta, riducendo i contatti al mimino sindacale.

In vacanza ognuno si sente libero di essere quello che è, di dare spazio ai propri desideri e a tutto ciò che si tiene “a bada” durante l’anno.

Capita spesso però che il lavoro torni ad essere protagonista nelle chiacchiere sotto l’ombrellone o davanti a una polenta taragna in baita a 2000 metri.

Dopo la prima fase interlocutoria, solitamente dedicata a nazionalità o città di provenienza, ecco che la domanda fatidica non si fa attendere: ma tu di cosa ti occupi?
Fino a qui, nessun problema, posto che la conversazione si limiti a qualche accenno sulla situazione professionale ed eventualmente all’azienda. Può accadere anche di trovare degli interlocutori che fanno parte dello stesso settore e in quel caso sicuramente la chiacchierata diventerà più appassionata e coinvolgente. Il pericolo è, però, dietro l’angolo:

  1. Esagerare: parlare della propria professione è piacevole, a volte anche affascinante. Ma se la conversazione si prolunga o entra troppo nello specifico, diventa un problema. Per l’interlocutore e per tutte le persone costrette a sopportare le vostre digressioni su PIL e decreto dignità. La logorrea è dietro l’angolo e correte il rischio di ritrovarvi isolati.
  2. Entrare nel loop: le vacanze servono a staccare, a dare spazio alla vostra dimensione più libera. Tornare con la mente a questioni professionali con troppa frequenza, annullerà l’effetto positivo di sole e mare.
  3. Il gossip: anche se il vicino di baita è il compagno ideale di barbecue, non è sano spifferare vita morte e miracoli di colleghi o ex collaboratori. Soprattutto se si hanno conoscenze in comune. La prossima volta che vi vedrete potrebbe non essere di fronte a una salamella, ma nel bel mezzo di una riunione commerciale.
  4. Le bugie hanno le gambe corte: fingersi il nuovo Cracco non è saggio. Reggere una conversazione su tempi di cottura del caciucco non è rilassante. E la verità prima o poi viene a galla.

Meglio mantenere quindi la conversazione amabile e superficiale ed evitare cadute di stile. Se si deve parlare seriamente, si può sempre discutere di calcio!

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