Gli emoji sono diventati parte del quotidiano, sempre più protagonisti delle nostre conversazioni con amici e parenti. Ma le simpatiche faccine possono essere usate anche in ambito lavorativo?
Quando vengono utilizzati nel giusto contesto, gli emoji possono essere un modo divertente per esprimere o enfatizzare un concetto ma come qualsiasi altro strumento comunicativo, vanno usati con parsimonia, al pari dei punti esclamativi. E solo in alcune situazioni.
L’ambiente di lavoro conta
La prima domanda da fare è: dove lavori? In un’agenzia web o in uno studio legale?
Nel primo caso l’uso delle faccine sarebbe del tutto normale, quasi scontato, mentre nel secondo decisamente inappropriato.
Attento a chi legge
Oltre a conoscere lo stile comunicativo del tuo team di lavoro, considera sempre chi sono i destinatari dei messaggi prima di farne uso.
Gli emoji sono banditi nelle comunicazioni dirette all’esterno dell’organizzazione aziendale, ad esempio a fornitori, clienti o collaboratori, se non di lunga data.
Quando scrivi stai rappresentando anche la tua azienda e l’uso degli emoji potrebbe apparire superficiale o frivolo.
Come scrivere al capo
In linea generale, evita l’utilizzo nelle e-mail interne indirizzate al top management o a tutta l’azienda.
Per queste comunicazioni meglio mantenere un tone of voice più istituzionale, anche se alcuni manager apprezzano in risposta il pollice in su per velocizzare la comunicazione. Se la relazione con il tuo capo è amichevole, nelle conversazioni più operative puoi farne certamente uso (limitato).
Comunicare con i colleghi
Nelle e-mail più informali con i colleghi, l’utilizzo degli emoji può aiutarti a dare un tocco di personalità alla tua comunicazione.
Inserire qualche faccina alla fine di una frase sembra possa addirittura migliorare la produttività, distendendo i rapporti interpersonali.
L’importante è che la conversazione sia sullo stesso livello di informalità e in caso di dubbio sull’efficacia è sempre meglio affidarsi alle parole.
Paese che vai …
Nelle chat di lavoro, via libera all’uso degli emoji ma attenzione a sceglierli correttamente perché talvolta i simboli vengono interpretati diversamente a seconda della persona e del contesto culturale.
Il classico smile non ha bisogno di spiegazioni, ma non tutti gli emoji sono così intuitivi.
Ad esempio l’emoji che strizza l’occhio può essere interpretato come ammiccante, la faccina sorridente con le mani un vero abbraccio: insomma ricordati sempre che si tratta di un rapporto lavorativo anche con i colleghi con cui si è creato un maggiore feeling.
Alcuni simboli hanno un significato positivo in occidente ma potrebbero risultare offensivi in altre parti del mondo, ad esempio l’OK fatto unendo pollice e indice è considerato maleducato in Brasile e in America Latina.
Attenzione quindi alla comunicazione multilingue per evitare spiacevoli ‘incidenti diplomatici’ con i colleghi di altri Paesi.
Seguendo queste semplici indicazioni e con un po’ di buon senso, possiamo quindi dare via libera agli emoji anche al lavoro.
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A cura di Enrica Perego | Recruiting Solutions Manager di InfoJobs
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