Le norme

Guida alla pensione anticipata: quando e come chiederla

Chi lavora da anni e sogna finalmente un po’ di meritato riposo inizia a guardare alla pensione anticipata come a un’oasi dopo il deserto. Ma non sempre è tutto così semplice, come abbiamo visto in questo articolo che fotografa la situazione pensionistica italiana. Tra leggi che cambiano, requisiti che si aggiornano ogni anno e sigle da decifrare, è facile sentirsi spaesati. Ecco allora una guida per capire cosa cambia nel 2025 e come muoversi per andare in pensione anticipata. E, perché no, valutare anche se davvero è arrivato il momento di fermarsi… o solo di rallentare un po’.

 

Pensione anticipata: cos’è e a chi spetta

La pensione anticipata è una possibilità prevista dalla legge per chi ha maturato un certo numero di anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. È diversa dalla pensione di vecchiaia, che invece richiede di aver raggiunto un’età prestabilita, attualmente fissata a 67 anni.

Il principio è semplice: se si è lavorato tanto, si può andare prima. Ma attenzione, “tanto” vuol dire davvero tanto. La normativa vigente, aggiornata con la legge di bilancio 2025, conferma che possono accedere alla pensione anticipata:

  • le donne con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi
  • gli uomini con almeno 42 anni e 10 mesi

In pratica, servono quasi 43 anni di lavoro. Non proprio pochi. 

Ma c’è anche una forma di pensione anticipata flessibile, che consente di smettere a 63 anni con 41 anni di contributi. Qui entra in gioco il famoso canale Quota 103, rinnovato anche per il 2025, con alcuni aggiornamenti di cui parleremo tra poco.

 

Quante settimane servono per la pensione anticipata

Se si preferisce contare in settimane – come spesso fa l’INPS – bisogna sapere che un anno equivale a 52 settimane. Quindi, per accedere alla pensione anticipata nel 2025, si dovranno aver maturato:

  • 2.171 settimane per le donne (41 anni e 10 mesi)
  • 2.223 settimane per gli uomini (42 anni e 10 mesi)

Le settimane vengono accumulate tramite i contributi versati ogni anno. Vale tutto: lavoro dipendente, autonomo, lavoro agricolo, ma anche periodi coperti da disoccupazione o malattia se riconosciuti validi ai fini pensionistici.

 

Quanto si prende di pensione anticipata per invalidità

La pensione anticipata per invalidità è un capitolo a parte. Si tratta di una possibilità pensata per chi, a causa di condizioni di salute certificate, non può più lavorare. In questo caso, il requisito contributivo scende: bastano 20 anni di contributi, se si ha almeno il 74% di invalidità riconosciuta.

Attenzione però: l’importo della pensione può variare sensibilmente. L’assegno viene calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati, quindi può risultare più basso rispetto a una pensione piena. Nonostante ciò, rappresenta un aiuto concreto per chi si trova in difficoltà, anche se – va detto – non è una soluzione automatica. Serve una visita medica, una valutazione dell’INPS e l’approvazione della domanda.

 

Come andare in pensione anticipata: iter e consigli

Per chi ha deciso di avvicinarsi alla pensione anticipata, il primo passo è verificare la propria situazione contributiva. Questo si fa accedendo al sito INPS con SPID, CIE o CNS e controllando l’estratto conto contributivo. Qui si possono trovare tutte le settimane utili, anche con eventuali lacune da sanare.

Se si è vicini ai requisiti, conviene riflettere attentamente – eventualmente prendendo contatto con un patronato o un consulente del lavoro – per valutare le opzioni disponibili. 

La domanda di pensione anticipata si presenta online tramite il portale INPS, dove sono presenti anche tutte le informazioni necessarie.

Il consiglio più importante? Giocare d’anticipo. Meglio iniziare a informarsi almeno 6 mesi prima del momento previsto per il ritiro. E magari lasciare una porta socchiusa: chi esce dal lavoro, infatti, non sempre vuole (o può) restare completamente inattivo. Sempre più persone si reinventano con lavori part-time, consulenze o collaborazioni leggere. Perché, diciamolo, il lavoro non è solo fatica: è anche relazione, identità, energia.

 

Focus sui requisiti per il 2025

La legge di bilancio 2025 ha confermato alcune delle misure più attese per la pensione anticipata, con lievi modifiche rispetto al 2024. In particolare, resta attiva la cosiddetta Quota 103, che consente di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia, ci sono delle limitazioni: il trattamento non può superare i 2.818 euro lordi al mese fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.

Un’altra novità riguarda la finestra mobile: chi presenta domanda nel 2025 dovrà attendere 3 mesi (per i lavoratori privati) o 6 mesi (per i pubblici) dopo la maturazione del diritto, prima di ricevere il primo assegno. Questo significa che anche il tempismo ha un ruolo cruciale.

Infine, per le lavoratrici continua ad essere disponibile l’Opzione Donna, riservata a chi ha compiuto 61 anni e ha almeno 35 anni di contributi, ma solo in presenza di condizioni particolari, come la cura di familiari con disabilità o la disoccupazione.

Infine, ricordiamo che per il 2025 è anche in vigore l’incentivo per chi sceglie di posticipare il momento della pensione e restare al lavoro

Perché ogni percorso di carriera, prima o poi, merita una pausa. Ma decidere quando farla resta, sempre, una questione personale.

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