Le norme

Come gestire il certificato di malattia: guida pratica

Gestire correttamente il certificato di malattia è un passaggio essenziale per i lavoratori, dipendenti e non. Ma, nella pratica, cosa bisogna fare? Con quali tempistiche? Come inviare il certificato cartaceo all’INPS? Come funziona il certificato telematico? Ecco di seguito una sintetica guida con indicazioni utili per i lavoratori.

 

Cosa è il certificato di malattia e a cosa serve

Il certificato di malattia è un documento ufficiale, rilasciato dal medico a seguito di una visita, che attesta l’inabilità temporanea al lavoro. Include dati anagrafici, diagnosi, durata della malattia, indirizzo di reperibilità e codice fiscale. Serve sia al lavoratore per la giustificazione dell’assenza, sia all’INPS che eroga l’indennità prevista. 

Il lavoratore dipendente (pubblico e privato) che intende assentarsi dal lavoro per malattia, infatti, deve sottoporsi a un accertamento sanitario dal proprio medico curante o presso le strutture del Sistema Sanitario Nazionale.
Il certificato di malattia è un documento importante: se il lavoratore non lo ha, rischia di perdere l’indennità di malattia.
L’assenza del lavoratore per malattia, infatti, è tutelata dall’ordinamento italiano e dalla legge. Il codice civile, all’articolo 2110, prevede che in caso di assenza per malattia il lavoratore abbia il diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro e al pagamento della retribuzione (o di un’indennità) nelle misure previste dalle contrattazioni collettive. Pertanto il lavoratore è legittimato ad assentarsi dal lavoro, e non può essere licenziato per la durata della malattia e nei limiti di un determinato “periodo di conservazione del posto” la cui durata è definita dai contratti collettivi.

 

Come funziona il certificato telematico

Dal 2010 la legge prevede che i medici trasmettano il certificato all’INPS in modalità telematica. Quindi il lavoratore non deve inviare nulla: l’INPS registra la comunicazione, mentre il datore di lavoro riceve un attestato via PEC o può visionarlo sulla piattaforma INPS. Nessun onere di invio per chi è in malattia, purché il medico effettui correttamente la procedura. Il lavoratore deve però comunicare tempestivamente al datore di lavoro l’assenza e l’indirizzo di reperibilità.

 

Quando inviare il certificato cartaceo all’INPS

Il certificato cartaceo si utilizza solo in casi specifici, e cioè quando la trasmissione telematica non è possibile, per esempio per ricoveri, esami, visite, problemi tecnici. In questi casi, il lavoratore deve inviarlo all’INPS (o consegnarlo in sede) entro due giorni dal rilascio e fornire copia al datore di lavoro, via PEC o raccomandata con ricevuta di ritorno. È fondamentale mantenere la ricevuta per dimostrare l’avvenuta trasmissione.

 

Le tempistiche da rispettare

Pertanto cosa fare immediatamente in caso di malattia? Innanzitutto, per prima cosa, bisogna comunicare la propria condizione al datore di lavoro secondo le modalità previste dalla contrattazione collettiva e dai regolamenti aziendali. In seguito, bisogna andare tempestivamente a effettuare una visita di controllo: il giorno stesso dell’assenza dal lavoro, o al massimo entro il giorno successivo in caso di visita medica domiciliare.

Il certificato telematico è valido anche per malattie brevi. Il datore può riceverlo già dal giorno stesso dell’invio del medico. L’INPS riconosce l’indennità dal giorno di rilascio del certificato, salvo casi di visita domiciliare, in cui si può attestare anche il giorno precedente. 

Si può tornare al lavoro prima della fine della malattia?

Il lavoratore che si ritiene guarito può effettuare un rientro anticipato in servizio, dunque prima della fine della prognosi indicata sul certificato di malattia INPS: in questo caso, però, può essere riammesso a lavoro solo in presenza di un certificato medico di rettifica della prognosi originariamente indicata.

In caso di eventuale guarigione anticipata, quindi, è necessario chiedere al medico la rettifica della prognosi, che verrà trasmessa anch’essa all’INPS.

 

Come prolungare la malattia

Nel caso in cui la malattia prosegua oltre la data inizialmente prevista dal primo certificato di malattia, il lavoratore è tenuto a comunicare anche la prosecuzione della malattia. Entro possibilmente il primo giorno successivo alla scadenza della prognosi precedente deve essere prodotto un certificato di continuazione della malattia che sarà inviato dal medico competente all’INPS sempre per via telematica.
Se un certificato viene trasmesso prima della scadenza della prognosi precedente, i giorni della successiva prognosi si contano tenendo conto della data in cui il secondo certificato è stato rilasciato

 

Diritti e controlli

Durante la malattia il datore può richiedere visite fiscali all’INPS, che verifica la veridicità dell’assenza. È quindi essenziale garantire la reperibilità all’indirizzo indicato nel certificato e rispettare gli orari in cui potrebbe arrivare un controllo. Un mancato invio del certificato nei termini prestabiliti può comportare la decadenza dell’indennità, salvo cause documentate.

 

Come consultare certificati e attestati

L’INPS mette a disposizione servizi online per la consultazione dei certificati telematici: il lavoratore può visualizzarli accedendo con le proprie credenziali, mentre il datore può recuperare attestati tramite PUC (protocollo identificativo). 

Conservare il PUC comunicato dal medico può semplificare la verifica dell’avvenuto invio!

Per rispondere a dubbi e domande, il sito dell’INPS mette a disposizione informazioni utili e risponde a una serie di FAQ.

 

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