Le aziende italiane guardano al 2019 con titubanza e puntano sulla formazione delle proprie risorse più che su nuove assunzioni. A causa dell’incertezza economica e legislativa sulle politiche del lavoro e delle stabilizzazioni già effettuate negli anni precedenti, emerge chiara la necessità di sfruttare al meglio le potenzialità insite in ogni dipendente, lavorando in particolare sulle competenze trasversali e la capacità di lavorare in team.
Le aziende sono pronte anche quest’anno ad assumere nuove risorse ma in modo decisamente più cauto rispetto agli anni passati. Solamente il 19,3% delle aziende ha in piano di inserire molte nuove figure (vs 42,8% nel 2018), mentre il 50,2% prevede un numero limitato di assunzioni, a causa degli inserimenti avvenuti negli anni precedenti (57% dei rispondenti) oppure dell’attuale incertezza economico-politica (43%). Motivazioni valide anche per il 25% delle aziende che hanno dichiarato di non voler assumere nuove risorse nel corso dell’anno. Fortunatamente solo un 5,5% prevede una riduzione del personale a causa del perdurare della crisi del proprio settore.
In questo scenario, le Risorse Umane risultano fondamentali per aiutare a far crescere il business, puntando in primis sui talenti già presenti in azienda. Infatti, per il 74,5% delle aziende il trend più marcato che emergerà quest’anno è l’importanza di una formazione sempre più esperienziale che consenta a tutti di lavorare sulle soft skills o anche dette competenze trasversali tra cui rientrano la flessibilità e la capacità di innovazione. Dall’indagine di InfoJobs si evidenzia poi la necessità per le aziende di lavorare sull’employer branding (22,2%) sia per attrarre i migliori talenti sia per trattenere quelli già assunti e di sfruttare l’intelligenza artificiale per il processo di ricerca e selezione ma anche di sviluppo delle carriere (21,6%).
“In un mondo guidato sempre più dal digitale, dai big data e dall’intelligenza artificiale, sembra paradossale, ma la differenza la fa sempre più il capitale umano, le persone e le loro competenze. Ecco che le aziende danno sempre più valore alle soft skill. A maggior ragione in uno scenario più cauto, con la previsione di inserimenti mirati di personale, investire su una formazione esperienziale e migliorare il saper fare, il saper essere e il saper far fare delle persone interne può generare un vantaggio competitivo”, dichiara Antonio Messina, Presidente di Hara Risorse Umane. “Avere persone aperte al cambiamento, collaborative e che sappiano “remare” insieme verso un obiettivo comune diventa primario per ottimizzare sinergie, talenti e costi. Mi sento di suggerire che le Risorse Umane debbano essere di supporto ai manager per garantire e fortificare, laddove fossero ancora flebili, le fondamenta dell’engagement dei collaboratori: far sentire le persone considerate, rispettate, ascoltate, utili e apprezzate. Si tratta di intervenire innanzitutto sulla cultura manageriale, neo di molte aziende.”
Scopri i 5 top trend 2019 per le aziende.
* indagine condotta da InfoJobs in collaborazione con Hara Risorse Umane su un campione rappresentativo di aziende iscritte al portale