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Boomer: come approcciarsi al mondo del lavoro

Fai parte della Generazione dei “Boomer” o dei “Baby Boomer”? 

Appartengono a questa generazione tutti i nati negli anni 1945-1964, ovvero coloro che hanno beneficiato del periodo storico chiamato appunto “boom”, la grande accelerazione economica che ha coinvolto tutto l’Occidente nel secondo dopoguerra. A quella dei boomer è seguita la Generazione X (1965-1980), poi la Y – quella dei Millennials con i nati tra il 1980 e il 2000 – e oggi la Generazione Z, i nati dal 2000 in poi, i veri nativi digitali.

Sicuramente l’approccio e il modo di concepire il lavoro, in termini valoriali e di priorità, varia da generazione a generazione. È importante esserne consapevoli e riconoscere le differenze, poiché oggi all’interno di ogni contesto lavorativo convivono tutte e quattro le diverse generazioni, ognuna con i suoi linguaggi, significati, esperienze e modi differenti di concepire la vita professionale.

I Boomer, per esempio, hanno vissuto gli anni ‘80/’90, quando la concezione di carriera era molto verticistica. C’era l’idea della scalata sociale, quindi è normale che le Generazioni di quel periodo siano sempre state animate da un forte attaccamento al lavoro, che spesso sfocia in un comportamento quasi “stacanovista” caratterizzato da una buona dose di competitività. In aggiunta, una caratteristica peculiare di questa generazione è anche la forte credenza nelle proprie competenze e nella propria autosufficienza professionale.

“Boomer” di per sé è un epiteto assolutamente non offensivo, anzi è una vera e propria connotazione sociologica e, ancora prima, demografica. Negli ultimi tempi la parola si usa con ironia per apostrofare un collega più anziano. E infatti nel mondo di lavoro alla Generazione Boomer si attribuisce, generalmente, poca dimestichezza con gli strumenti digitali più innovativi, verso i quali potrebbe subentrare una certa “resistenza.

Sicuramente la Generazione Boomer predilige una modalità di lavoro interattiva, “face to face”, in cui l’interazione e il confronto in presenza viene ricercato e preferito maggiormente rispetto a quello da remoto, Inoltre viene ritenuta di primaria importanza l’esperienza e la formazione sul campo rispetto a quella più concettuale/teorica.

Una caratteristica distintiva: l’ambizione imperturbabile della Generazione Boomer

La tematica delle diverse generazioni (unitamente ad altri elementi come l’età anagrafica) incide sulla spinta motivazionale e sull’ambizione in campo lavorativo. In particolare, ai giorni nostri, l’ambizione va sempre di più a scemare nei lavoratori, e solo il 50% circa risulta ambizioso. La spinta motivazionale è cambiata soprattutto durante il periodo pandemico nel corso del quale si sono messe in discussione e si sono rivalutate le priorità, creando una nuova consapevolezza e quindi nuove esigenze. Infatti oggi la motivazione ha a che fare sempre di più con l’energia, con il darsi da fare tutti i giorni, con le priorità delle persone. E le priorità dipendono dalle diverse esigenze e dai diversi concetti di “benessere”. Per tali motivi l’ambizione sul lavoro ha visto un ridimensionamento, è stata messa in discussione dalle persone che dedicano maggiori attenzioni ad aspetti della vita extra lavorativa.

Questo ridimensionamento non sembra avvenire in maniera rilevante per la Generazione Boomer, in cui, spesso in contrasto con il pensiero dei colleghi di altre generazioni, prediligono una modalità lavorativa “in sede” o “in presenza”. Aspetti quali la carriera, l’ambizione, la leadership e il sacrificio rimangono tuttora i principi cardine di questa generazione, anche se oggi questa spinta motivazionale sembrerebbe variare nei diversi contesti aziendali anche a causa dei costanti e repentini mutamenti socio-economici.

L’approccio “old school” dei Boomer potrebbe essere di ispirazione e di esempio per i più giovani che popolano gli ambienti lavorativi, dando maggiormente (o nuovamente) la spinta a leve motivazionali e di ambizione da applicare al mondo professionale; allo stesso tempo la Boomer generation potrebbe apprendere dalle generazioni più junior per adottare strategie e paradigmi più flessibili, adattabili e “out of the box”.

Sei un Boomer e ti riconosci in questa fotografia?

Oppure fai parte delle generazioni più “giovani” e hai a che fare con colleghi boomer: puoi trarre insegnamenti dal loro approccio al lavoro?

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