Il colloquio

3 pregi e 3 difetti

Conoscere pregi e difetti di se stessi è un lungo processo che ci accompagna per tutta la vita.
Non è facile per noi sapere come siamo fatti, figurarsi raccontarlo a un estraneo che ci pone la domanda esclusivamente per valutarci ai fini di un impiego. Come uscire allora da questa situazione nel migliore dei modi?

Chi si loda si imbroda

Per quanto riguarda i pregi, la risposta non è ovvia come si penserebbe. E’ sempre necessario contestualizzare gli aspetti positivi del proprio carattere, sia in rapporto al tipo d’impiego cui si aspira, sia in base alla persona che ci si trova di fronte.
Il pericolo principale è la banalità: elencare una serie di aggettivi non è utile e rischia di farti apparire superficiale.
C’è poi il concreto rischio di sembrare egocentrico: anche se ti ritieni estremamente competente, è importante che questa sicurezza non venga interpretata dagli altri come megalomania.

Descrivere i propri pregi è una chance in più per sottolineare le competenze personali all’interno del colloquio.

Alcune ricerche mostrano che una delle caratteristiche più gradite è la capacità di apprendere velocemente e di adattarsi alle situazioni in evoluzione. Qualunque sia il tuo passato professionale, il fatto che tu sia in grado di assimilare facilmente nuovi compiti, se non addirittura di cambiare agevolmente tipo di mansione, è molto apprezzato dai responsabili HR.

Vi sono poi una serie di pregi che possono fungere da jolly a seconda dei diversi profili: empatia, puntualità, determinazione, capacità di sintesi, curiosità per le cose nuove, ordine, organizzazione.
L’importante è utilizzare queste definizioni in modo proprio a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere.

Nessuno è perfetto

E per quanto riguarda i difetti? Anche se “confessare” le proprie debolezze non è piacevole, è importante non tergiversare e rispondere puntualmente alla domanda, cercando di volgere a proprio favore quello che a prima vista può apparire un’imboscata del selezionatore.

Una tattica da adottare è ad esempio esagerare un pregio per farlo apparire un difetto. Dire che si è puntigliosi, presume un’estrema precisione; ammettere che si è competitivi, sottintende che si è focalizzati all’obiettivo.

Ricordiamoci però che stiamo parlando con  persone competenti e preparate e non possiamo far passare un cliché come una risposta sincera.
È meglio ammettere di avere dei difetti, di esserne consapevoli e di aver messo a punto una strategia efficace per superarli.

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  • buona sera. grazie per il vostro consiglio essere se stessi è sempre importante. grazie ancora

  • Ritengo, sulla base di questo spunto che innanzitutto ognuno di noi abbia il proprio bagaglio di esperienze maturate e di eventuali corsi e ruoli occupati, che lo rendono unico e più o meno appetibile nel mondo del lavoro. Ovviamente il sapersi presentare con i giusti modi, intervenire nei momenti giusti con le corrette contestualizzazione permetterà di non essere mai fraintesi o considerati arroganti o saccenti. Il dimostrare troppa sicurezza in sé stessi porterà più disagi immediati o futuri, rispetto ad avere un atteggiamento proposisito e risoluto. Investire in sé stessi significa sapersi sempre porre al giusto livello e nei giusti contesti.

    • Verissimo.. In qualsiasi lavoro abbiamo sempre da imparare qualcosa da qualcuno

    • Sì, l’atteggiamento migliore è dimostrare quanto si vale. Diciamo però che è sbagliato incensarsi ma anche sminuire le proprie doti.

  • l’importante nella vita è visualizzare il tuo obiettivo, lavorare sodo per raggiungerlo e aiutare quanti sulla tua strada hanno bisogno di te, la vita ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno in noi è sapere come usarlo

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