Il malanno arriva sempre nel momento meno opportuno. Magari si è appena iniziato un nuovo contratto, oppure ci si sta giocando una possibilità di inserimento stabile, e tac: febbre, influenza, mal di schiena o una visita al pronto soccorso obbligano a fermarsi. Niente panico. Quando si è lavoratori dipendenti – anche in prova o in somministrazione – è importante sapere come funziona il certificato di malattia INPS e cosa comporta dal punto di vista burocratico.
Questa guida nasce per rispondere a domande pratiche, per chi lavora, ma anche per chi si trova in transizione tra un impiego e l’altro, perché conoscere i propri diritti è il primo passo per proteggere il proprio presente… e il futuro lavorativo.
Cos’è il certificato di malattia INPS
Il certificato di malattia INPS è il documento ufficiale che giustifica l’assenza dal lavoro per motivi di salute. Consigliamo di rileggere anche il nostro articolo dedicato a come gestire il certificato di malattia. Non serve più consegnare nulla a mano: oggi il certificato viene trasmesso in via telematica direttamente all’INPS dal proprio medico curante, oppure da un medico ospedaliero se si è stati visitati in pronto soccorso o ricoverati. E anche i lavoratori possono controllare tutti i documenti online oppure tramite l’app IO.
È una procedura snella, almeno sulla carta, ma resta fondamentale essere tempestivi e precisi, anche perché l’assenza dal lavoro per malattia può essere soggetta a controllo da parte del medico fiscale.
Come funziona la trasmissione del certificato
Una volta che il medico ha diagnosticato la malattia, inserisce i dati nel sistema online e invia il certificato all’INPS. A questo punto, viene generato un numero di protocollo, che il lavoratore deve comunicare al proprio datore di lavoro. Questo numero serve all’azienda per accedere al certificato tramite i sistemi messi a disposizione dall’INPS.
Attenzione però: l’invio all’INPS non equivale alla comunicazione al datore di lavoro. Quest’ultimo va comunque informato il prima possibile, secondo quanto previsto dal contratto collettivo nazionale o dal regolamento interno aziendale. Alcune aziende richiedono la comunicazione anche telefonica il giorno stesso, altre accettano una mail o una PEC.
Chi deve presentare il certificato e in quali casi
Il certificato di malattia è obbligatorio per tutti i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, ma anche per i collaboratori, i lavoratori in somministrazione e in apprendistato. Può essere richiesto anche da chi lavora part-time o con contratti a chiamata, nel caso in cui l’assenza sia legata a giorni lavorativi effettivi o previsti.
Anche chi è in periodo di prova deve certificare l’assenza per malattia. Tuttavia, la normativa consente al datore di lavoro di recedere dal contratto anche in presenza di un certificato medico, quindi è bene conoscere i dettagli del contratto firmato.
Come verificare il certificato inviato all’INPS
Una volta ricevuto il numero di protocollo, è possibile controllare se il certificato è stato trasmesso correttamente e risulta agli atti dell’INPS. Per farlo, basta accedere al sito dell’INPS con le proprie credenziali (SPID, CIE o CNS) e navigare nella sezione “Consultazione certificati di malattia”.
Da lì è possibile:
- Verificare date di inizio e fine della prognosi
- Controllare il medico che ha rilasciato il certificato
- Scaricare un duplicato in formato PDF
Se il certificato non risulta presente, è bene contattare immediatamente il medico che lo ha redatto per chiarire eventuali errori nella trasmissione.
Malattia e visita fiscale: cosa sapere
Durante il periodo di malattia, il lavoratore può essere sottoposto a controllo medico fiscale da parte dell’INPS. Le fasce orarie di reperibilità sono:
- 10:00–12:00 e 17:00–19:00 per i dipendenti privati
- 9:00–13:00 e 15:00–18:00 per i dipendenti pubblici
Durante questi orari, è necessario essere reperibili all’indirizzo indicato nel certificato, altrimenti si rischia la perdita dell’indennità di malattia e anche provvedimenti disciplinari.
E se il contratto è scaduto durante la malattia?
Una delle domande più frequenti riguarda la malattia che arriva proprio a ridosso della fine del contratto. In questi casi, se l’assenza è iniziata prima della scadenza, l’INPS può erogare direttamente l’indennità per i giorni di malattia successivi, anche in assenza di rapporto di lavoro in essere. La copertura però dipende da vari fattori, come il tipo di contratto, l’anzianità contributiva e le giornate lavorate nel recente passato.