Le norme

Pensioni 2025: come funziona il posticipo della pensione

Nel 2025 il sistema pensionistico italiano si arricchisce di una nuova misura destinata ad avere un impatto concreto sulla scelta di molti lavoratori prossimi alla pensione. Si tratta dell’incentivo per chi decide di restare al lavoro, introdotto dalla Legge di Bilancio 2025, con l’obiettivo di alleggerire il carico sul sistema previdenziale e al contempo offrire un vantaggio economico a chi sceglie di posticipare l’uscita dal mondo del lavoro.

Un’opportunità interessante per coloro che, pur avendo maturato i requisiti per la pensione anticipata, desiderano proseguire l’attività professionale. Ma come funziona esattamente questo incentivo? Quali vantaggi porta in busta paga? E chi può accedervi?

 

Un incentivo per il pensionamento posticipato

L’incentivo ha una finalità chiara: premiare economicamente chi rinuncia temporaneamente alla pensione anticipata per continuare a lavorare. Il cosiddetto bonus Maroni (dal nome dell’ex ministro del Lavoro che per primo lo introdusse) è stato potenziato con la legge di Bilancio 2025 e da quest’anno riguarda non solo coloro che, entro il 31 dicembre 2025, raggiungono i requisiti per andare in pensione con Quota 103 (62 anni d’età e 41 di contributi) ma anche chi potrebbe uscire con la normale pensione anticipata, dopo 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età.

In concreto, i lavoratori che hanno maturato i requisiti per la pensione anticipata flessibile (attualmente fissata a 63 anni di età con almeno 41 anni di contributi per alcune categorie) ma scelgono di rimanere in servizio possono sospendere i versamenti dei contributi previdenziali a loro carico. In questo modo, la parte di contributi normalmente trattenuta in busta paga non viene più versata all’INPS, ma resta interamente nel cedolino mensile, aumentando così il netto percepito.

 

Come funziona l’incentivo

Secondo quanto precisato dall’INPS, l’incentivo è applicabile su base volontaria: spetta al lavoratore fare esplicita richiesta di accesso al beneficio una volta maturati i requisiti per la pensione anticipata flessibile. La misura ha effetto dal mese successivo alla presentazione della domanda.

Come funziona l’incentivo in pratica? La quota normalmente destinata ai contributi pensionistici (circa il 9,19% dello stipendio lordo per i dipendenti del settore privato) viene “restituita” direttamente in busta paga. Questo comporta un aumento netto dello stipendio mensile, stimato in una media compresa tra 150 e 300 euro al mese, in base all’inquadramento contrattuale e alla retribuzione individuale.

La misura non prevede impatti negativi sull’importo della pensione futura: il lavoratore continuerà a maturare il proprio trattamento pensionistico sulla base dei contributi già versati fino a quel momento. Tuttavia, l’assenza di ulteriori versamenti durante il periodo incentivato potrebbe incidere leggermente sul calcolo finale della pensione, anche se gli effetti sono considerati marginali per chi ha già una lunga carriera contributiva alle spalle.

 

Chi può beneficiare del pensionamento posticipato

Il bonus si rivolge ai lavoratori del settore pubblico privato, dipendenti, che hanno già raggiunto i requisiti per la pensione anticipata ma decidono di posticiparla volontariamente. È escluso chi ha già attivato il pensionamento anticipato con altre formule (Quota 103, Opzione Donna, Ape Sociale).

Per accedere al beneficio, è necessario inoltrare una specifica richiesta all’INPS tramite il portale istituzionale. La domanda va corredata dalla documentazione relativa al rapporto di lavoro in essere e ai contributi maturati.

 

Un’opportunità per aumentare il reddito

La parte di contributi incassata nello stipendio non contribuirà a incrementare la pensione, ma sarà esente da tasse e contributi e finirà interamente per aumentare il netto in busta paga. Il bonus cessa al momento del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia: 67 anni anni di età con 20 anni di contributi.

Per molti lavoratori, soprattutto in un contesto inflattivo e di incertezza economica, questa misura rappresenta un’opportunità concreta per aumentare il proprio potere d’acquisto nel breve termine. In particolare, è vantaggiosa per chi intende lavorare ancora uno o due anni oltre la soglia della pensione anticipata, rinunciando temporaneamente al trattamento previdenziale in cambio di un incremento mensile in busta paga.

I dati presentati dalle stime ministeriali parlano di oltre 30.000 potenziali beneficiari nel solo 2025, ma il numero potrebbe salire se la misura sarà prorogata o estesa a nuove categorie di lavoratori.

 

Generazioni a confronto in azienda

Sebbene la misura sia rivolta principalmente a lavoratori già in prossimità della pensione, ha implicazioni anche per chi è in cerca di nuove opportunità professionali. In un mercato dove l’età media dei lavoratori si sta progressivamente alzando, l’incentivo potrebbe favorire la permanenza al lavoro di figure senior, con competenze ed esperienze significative. Questo scenario richiede alle aziende una maggiore attenzione alla gestione intergenerazionale delle risorse umane, alla formazione continua e al dialogo tra giovani e lavoratori maturi.

Allo stesso tempo, può aprire margini per la flessibilità nei contratti e nei percorsi di carriera, incentivando soluzioni ibride come il part-time senior o il mentoring aziendale.

Per chi è vicino alla pensione, valutare questa opportunità può significare migliorare il proprio reddito senza rinunciare, nel medio periodo, al diritto alla pensione. 

Ti è paciuto questo articolo?

Se vuoi rimanere aggiornato sulle novità del mondo del lavoro: Iscriviti a InfoJobs

Lascia un Commento

Il commento è stato inviato con successo. Sarà pubblicato dopo la revisione del Team di InfoJobs.
Si è verificato un errore durante l'invio del commento. Si prega di riprovare.

Articoli Correlati

I più popolari