Gioia, tristezza, rabbia, disgusto e paura sono emozioni primarie che regolano l’umore e le inclinazioni di ognuno. Ma ci sono anche altre emozioni come ansia, invidia, noia, imbarazzo e nostalgia che entrano in gioco, e che è molto frequente trovare anche in ufficio e negli ambienti professionali.
Belle o brutte che siano, è sempre importante imparare a riconoscere e ad amare tutte le emozioni, anche sul lavoro. Anche le emozioni considerate come “negative” possono avere una valenza positiva nel percorso di crescita professionale, ed è per questo indispensabile riuscire a capire ogni lato del proprio carattere.
E tu che emozione sei al lavoro? Fai il test e scoprilo con noi.
Si avvicina una scadenza lavorativa importante…
A) Aiuto, non riuscirò mai a completare il lavoro in tempo
B) Non capisco come abbia fatto il collega a finire prima di me!!
C) Sai che problema, ormai è routine
D) Rispetterò sicuramente la scadenza, ma il lavoro che presenterò andrà bene ai miei superiori?
E) Non si può lavorare così, ormai sempre sotto stress e di fretta!
Entra un nuovo progetto che metterà il vostro team alla prova: non avete mai fatto nulla di simile prima. Come reagisci?
A) Oh no, saremo in grado? Come faremo?!?
B) Come mai proprio al mio team e non ai colleghi che hanno anche meno carico di lavoro da gestire in questo momento?
C) Sai che novità, non ci vedo nulla di stimolante
D) Temo il giudizio dei colleghi
E) Male: avrei preferito un progetto tradizionale, come abbiamo sempre fatto!
È in corso una riorganizzazione aziendale, cosa ti preoccupa di più?
A) Mi daranno nuove responsabilità? Chi sarà il mio nuovo capo? Con che colleghi dovrò lavorare? Dove sarà la mia nuova scrivania? Che cambiamenti ci saranno? Mi troverò bene? Con chi farò la pausa caffè? Ecc…
B) Chi verrà promosso?!?
C) Io continuerò a fare quello che ho sempre fatto, la cosa non mi coinvolge più di tanto
D) Come mi giudicherà il nuovo management? E se non riuscissi a fare una buona impressione?
E) Sono finiti i bei tempi
Stai pensando di cambiare lavoro?
A) E se non mi trovassi bene? E se non riuscissi a soddisfare le aspettative del nuovo ruolo? E se facessi errori? Sarò all’altezza delle nuove responsabilità? Come farò a integrarmi nel nuovo team? Il nuovo lavoro sarà stabile? E se il nuovo lavoro non fosse meglio del mio attuale? E se avessi preso la decisione sbagliata? Sarò in grado di mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata?
B) Certo che voglio cambiare, voglio dare le dimissioni: hanno dato l’aumento alla collega più giovane e a me no!
C) No, preferisco rimanere nella mia comfort zone
D) E se non fossi abbastanza preparato per cambiare lavoro?
E) Sono un boomer chi mai potrebbe volermi?!
Cosa fai in pausa pranzo?
A) Mangio velocemente e poi rivedo gli appunti e le presentazioni in vista delle riunioni del pomeriggio
B) Pranzo con i colleghi ascoltando le loro chiacchiere con un mix di bramosia e un pizzico di fastidio
C) Spengo il cervello e mi dedico allo scrolling sui social media
D) Preferisco stare in disparte
E) Telefono o messaggio con un amico di supporto per condividere racconti e preoccupazioni
I risultati
– Maggioranza di risposte A: ANSIA
Dal verbo latino “ango” (“soffocare, stringere”), l’ansia è quella forte sensazione di preoccupazione e di angoscia per gli avvenimenti futuri. Si prova in situazioni in cui non si riesce a prevedere come potrebbero evolvere gli eventi. Sul lavoro, per esempio, porta a preoccuparsi per ogni dettaglio, a pianificare tutto affinché ogni potenziale problema sia identificato e gestito in anticipo. L’ansia è sicuramente una delle emozioni del nostro tempo e, se cancellarla non si può, forse è possibile almeno una convivenza?
– Maggioranza di risposte B: INVIDIA
Dal latino “invidere” (“guardare male”), l’invidia è un sentimento che emerge dal confronto con altre persone, tipico di quando si desidererebbe avere delle qualità, dei meriti o dei beni posseduti da altri. Sul lavoro chi soffre di invidia tende a confrontarsi costantemente con i colleghi e desidera sempre avere prestazioni migliori. Se canalizzata nel modo giusto, è un’emozione che può tradursi in ambizione positiva, stimolando la crescita professionale, sia personale sia della propria azienda.
– Maggioranza di risposte C: NOIA
Dal latino “in odium” (“avere in odio”), l’emozione della noia è legata alla monotonia e all’attesa. Sul lavoro, può essere associata ai colleghi poco coinvolti, poco ingaggiati, che sembrano disinteressati, trovano ripetitive e poco stimolanti le attività quotidiane. Questa condizione emotiva, però, è essenziale per trovare nuovi stimoli. Il problema, va sottolineato, non è la noia in sé, ma il tentativo di riempire i momenti di nullafacenza con attività che generano una soddisfazione immediata e, soprattutto, creano una dipendenza dalla “sovrastimolazione”. Avere momenti di noia nullafacenza, oltre a essere umano, è essenziale per la nostra salute mentale e per liberare la creatività. Senza cercare stimoli e distrazioni fittizie (come lo scrolling sui social media) che finiscono solo per togliere energie e spegnere il cervello.
– Maggioranza di risposte D: IMBARAZZO
Disagio provocato da un senso di timore e di pudore, l’imbarazzo è tipico delle situazioni sociali in cui si teme che i propri comportamenti possano essere giudicati negativamente. Sul lavoro, si traduce nel cercare di evitare situazioni scomode e imbarazzanti, ma anche nel mantenere la diplomazia e il risolvere eventuali malintesi. La presenza di questa emozione non deve essere considerata negativa: contribuisce a mantenere un ambiente di lavoro armonioso e rispettoso.
– Maggioranza di risposte E: NOSTALGIA
Sentimento legato ai ricordi del passato, la nostalgia rappresenta un complesso insieme di sensazioni che si ricollega al concetto di memoria e di identità. In un mondo del lavoro che sta cambiando velocemente, in cui convivono diverse generazioni, è un’emozione tipica di coloro che hanno più esperienza alle spalle, che magari hanno superato gli “anta” e si trovano a doversi confrontare con nuovi modi di lavorare, nuove tecnologie e colleghi più giovani che forse non riescono a capire, sentendosi esclusi dalle loro conversazioni e interessi.
Se ti ritrovi in questa emozione, ti suggeriamo di leggere questo articolo su come trovare lavoro dopo i 50 anni.
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