Dopo tanti anni a ribadire la necessità di investire in formazione scientifica e tecnica, è giunto il momento della rivincita delle materie umanistiche.
Nell’era delle competenze “hard” e “soft”, le abilità tecniche “non bastano” più. Emerge nel mondo del lavoro la necessità di affiancare alle capacità operative e digitali anche quelle umanistiche.
Le soft skill sono sempre più apprezzate e richieste
I nuovi modi di lavorare prevedono un bagaglio ricco di soft skill, cioè di tutte quelle abilità legate agli aspetti sociali, relazionali e collaborativi, oggi sempre più valorizzate e ricercate.
Competenze soft come tratti caratteriali e capacità di comunicazione sono fondamentali per distinguersi nel proprio ambito professionale. L’empatia e l’intelligenza emotiva sono delle doti preziose: prevedono il saper cogliere i segnali deboli, che arrivano dal contesto, e la capacità di leggere le emozioni, proprie e altrui. In questo scenario, emergono sempre più nitidamente i plus di una formazione umanistica.
Gli umanisti, infatti, sono di solito apprezzati per le loro soft skill. Oggi possono trovare nuove professioni grazie all’attitudine trasversale e creativa che li contraddistingue. La loro formazione li porta ad avere un approccio improntato all’analisi critica e all’approfondimento. Allo stesso tempo, di solito, sono curiosi e questo li spinge ad affrontare temi tecnici e manageriali senza difficoltà, rendendoli versatili, flessibili e dinamici, adatti a molteplici contesti.
Da STEM a STEAM: un approccio che evolve
La complessità del mondo del lavoro richiede di essere affrontata con metodologie e risposte che non siano esclusivamente ad appannaggio dei tecnici. E così da un approccio orientato alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) si passa a quello STEAM, acronimo che aggiunge alle già note materie scientifiche anche le Arti, parola con cui si indicano tutte le aree di lettere, storia, design e scienze umane. In questo modo, le competenze tecniche e tecnologiche vengono affiancate da quelle umanistiche, e le diverse professionalità si ibridano e interagiscono.
Chi ha una formazione umanistica può ricoprire posizioni strategiche nelle aziende, soprattutto negli ambiti legati all’innovazione. Saper cogliere la complessità, avere una visione strategica, produrre intuizioni ad ampio respiro, sono infatti capacità preziose nel contesto lavorativo. Dove il successo può dipendere da metodi che non si trovano solo nell’ambito scientifico, ma spesso sono legati a quello umanistico.